Luciano Balzarini e Severino Fossati
La
spianata alla foce del Bisagno, pur di ampiezza limitata, costituiva una
risorsa preziosa in una città costretta tra le colline ed il mare sua
principale fonte di ricchezza. L’area compresa tra l’attuale via A. Cecchi e la
corsia nord di corso Marconi, e tra via C. Morin e via F. Aprile, a pianta
quadrata, fino agli inizi degli anni
’30, era circoscritta da un muro che tra l’altro, racchiudeva il cantiere
navale Odero. Quest’area ultimamente apparteneva al Comune di Genova, ma in
passato, dal Basso Medioevo, appartenne alla Repubblica, che l’utilizzava per
vari scopi: era piazza d’armi per l’addestramento delle milizie, era area
destinata alla Quarantena, a lazzaretto in caso di epidemie, ed alla
costruzione di navi su incarico del Magistrato delle galee.
La
menzione storicamente documentata più antica della costruzione di navi alla
Foce è del 1471. In quell' anno i Padri
del Comune fanno affiggere alla Porta d’Archi, presso il ponte di Santa Zita,
nel Prato della Lana ed in altri luoghi, un proclama con cui si proibisce
l’asportazione di legname, ferramenta e arnesi dall’Arsenale e dal Comun de
Zenoa in la Foxe.
Nel
quadro di Cristoforo de Grassi che rappresenta Genova, eseguito nel 1597, che
copia un quadro allora esistente del Beccari, (che il Poleggi data al 1481) si
vedono, da una prospettiva alta sul mare, le piane della foce del Bisagno su
cui cavalieri e fanti si stanno esercitando. Sulla sponda sinistra si notano
alcune linee difficilmente interpretabili, che molti attribuiscono alle
ordinate dello scafo di un galeone in costruzione. Difficilmente si tratta di
una costruzione navale, perché se quelle linee rappresentassero le ordinate
dello scafo, dovrebbe potersi riconoscere anche la chiglia, che deve venir
impostata prima delle ordinate stesse perché esse si appoggiano sopra di essa e
ne seguono la forma.
Il
cantiere navale della Foce e il Lazzaretto, colle altre proprietà dello Stato,
passarono sotto il controllo della Repubblica democratica ligure, quando
questa, il 4 giugno 1797, si sostituì all'aristocratica Repubblica di Genova,
che era sorta nel 1528 per opera di Andrea Doria.
Quadro Grassi, 1597 (particolare) |
Nel
1576 ad « Fucem Bisanuus », per Marco D'Oria, si costruivano “galeoni” e vi
lavorava come maestro d'ascia certo Masino. Altre navi si mettevano sullo scalo
negli anni fino al 1594.
In
una altra veduta di Genova del 1599 sono annotate sul Lido del Bisagno dal
torrente a Capo San Vito, le seguenti località: il Lazareto, e il terreno fra
il Lazzaretto e la Chiesa di San Pietro, denominato «La Foxe », un arenile che
veniva assegnato per la costruzione delle navi.
Si
ha documentazione di una licenza concessa al capitano Gio Paolo Marabotto, nel
1646, per la costruzione di un vascello che doveva essere armato con quattro
cannoni provenienti dalla Fiandra, ci avverte che si lavorava alla Foce del
Bisagno presso la Chiesa di San Pietro. Le indicazioni del sito dove si
lavorava, oltre che dal documento citato, viene meglio spiegata dall'esatta
indicazione topografica che risulta da un documento cartografico.
Nel
1467, sull'area della Foce esistevano le rovine di un edificio che era stato adibito ad ospedale
per gli appestati e per le malattie contagiose,
in quell'area furono costruiti gli scali e le officine di un cantiere
navale e contemporaneamente in un fabbricato adiacente, ricostruito e allestito
un lazzaretto, costituendo così un unico grande edificio.
Il
fabbricato, nei primi anni del secolo XVI, veniva ampliato per ordine della
Repubblica di Genova e per la munificenza di Ettore Vernazza e di Paolo
Spinola.
Nel
1576, in seguilo al numero davvero impressionante di ammalati, nella città e
nel limitrofo contado, subiva un nuovo ingrandimento sui disegni
dell'architetto Giovanni Ponsello, coll'opera di Giorgio degli Agostoni e di
Rocco Pellione senior, lombardi.
Il Lazzaretto in un quadro del 1830 (ca.) in cui si vede lo scarico dell'Aqualonga che lo attraversa |
Negli
anni intercorsi risultano, dai scarsi documenti pervenutici, varie costruzioni
navali effettuate nel cantiere della Foce:
l 1546 nave di caratteristiche ignote
l 1576 galeone per Marco D’Oria
l 1594 altra nave
l 1599 ca. galeone costruito per capitano Gio Maria
Torre
l 1646 vascello per capitano Gio Paolo Marabotto, armato
con 4 cannoni
l 1666 vascello
con cannoni per scorta ai convogli
l 1750 ca. vengono costruiti tra il cantiere della Foce
e quello di Sampierdarena un vascello da
70 cannoni, (lungo 41.58 metri), uno o due da 64 cannoni, una fregata da 36 cannoni
Non
possediamo raffigurazioni pittoriche di queste navi che verosimilmente
avevano aspetti simili a queste:
Fregata |
II
Lazzaretto e il Cantiere servirono, nei 1797, in seguito alla guerra col
Piemonte, per il concentramento dei prigionieri di guerra che arrecarono ai
fabbricati e agli impianti seri danni, in particolar modo durante il blocco
esercitato dalla flotta inglese al comando del vice ammiraglio Lord Keith nel 1800.
Subito
dopo, essendo state accettate le proposte dei generali francesi Duphot e
Lannes, comandanti militari di Genova e di Faipoult, ministro di Francia presso
l'antica repubblica, l'edificio del Lazzaretto veniva unito alla sezione già in
uso al cantiere, e vennero acquisiti alcuni orti confinanti, sulla cui area
venne impiantata una fabbrica di cordami venendo a costituire un grande cantiere ben strutturato in grado
di poter stare alla pari con quello di
Tolone.
Inizia
una era nuova per il Cantiere industrialmente evoluto, un periodo organizzato e
ben documentato:
Il periodo
francese
L'attenzione di Napoleone per la zona della Foce s’era dichiarata subito. nel
1804 egli fece occupare dalla amministrazione della Marina francese tutto
l’antico edificio del Lazzaretto,
e vi ampliò il cantiere navale Nel 1805, all’epoca della sua visita nella città recentemente annessa, egli si interessò assai del nuovo cantiere imperiale; lo ispezionò e ne restò favorevolmente impressionato.
e vi ampliò il cantiere navale Nel 1805, all’epoca della sua visita nella città recentemente annessa, egli si interessò assai del nuovo cantiere imperiale; lo ispezionò e ne restò favorevolmente impressionato.
Malgrado
Napoleone avesse preso la decisione nel 1808, di creare un nuovo porto militare
alla Spezia, e di fare di Genova solo un porto commerciale, tale decisione non
venne mai messa in atto del tutto.
In
quest’epoca a Genova alla Foce, si lavorava a pieno regime per la Marina
Imperiale. E’ appena sceso in mare il treponti Rivoli che Napoleone, in una sua
lettera a Decrès, dichiara «très bien réussi». Sono sullo scalo un altro
vascello, l’Agaménon, la fregata La Galatée, il brick Le Rénard; altre
costruzioni sono in progetto.
.All'epoca
il cantiere era un vasto spazio quadrangolare, corrispondente a un po’ meno
della superficie occupata poi dal Cantiere Odero, Intorno correva un alto muro
di cinta, con due garitte di guardia
agli angoli verso il mare. Fuori del muro, press’a poco dov’è adesso
Piazza della Vittoria, si stendevano degli orti, dei jardins potagers, come
dice un funzionario napoleonico in una
relazione pervenutaci, appartenenti ai Signori Da Passano: produttori, come tutti
gli orti del Bisagno di primizie da mandare
sulla Piazza delle Erbe…
Nell’interno
del recinto, i Francesi, nel 1804, avevano trovato il vasto edificio del
Lazzaretto, consistente in un corpo di fabbrica con la fronte verso il mare,
lungo circa duecento venti metri, da cui si staccavano tre ali dirette verso
gli orti, una centrale più vasta, e due laterali; tutto a due piani.
Per
trasformare il terreno del Lazzaretto in cantiere, i francesi avevano demolito
due tratti del corpo frontale dell’edificio, e nelle brecce così risultanti
avevano costruito due scali; il terzo lo avevano costruito all’estremità
orientale, tra il moncone dell’edificio, e il muro di cinta. Si erano però avuti così tre buoni scali,
uno dei quali molto lungo; vi si potevano costruire fino a due “bricks” uno
dietro l’altro.
Verso
occidente, il corpo di fabbrica dell’antico Lazzaretto era rimasto intatto su
una lunghezza di circa centoventi metri. Là, in fila, si stendevano le stanze
anticamente destinate ad accogliere gli appestati; e là i francesi avevano
adattato uffici, alloggi, magazzini, laboratori di forgia, di carpenteria, di
falegnameria. La relazione pervenutaci trova che tutti questi adattamenti sono
ben riusciti, all’infuori dei magazzini per il legname, che sono troppo
piccoli. Vi stavano soltanto, al coperto, cinquecento metri cubi di legname
lavorato più fine; per il legname grosso, bisognava depositarlo e lavorarlo
all’aperto. Grosso inconveniente, che danneggiava il materiale, e rallentava la
costruzione.
Nell’antica
ala del Lazzaretto, al piano superiore, vi era poi sistemata, oltre agli
alloggi di impiegati ed uffici, anche una prigione..
Nel
cantiere infatti, i lavori più pesanti erano abitualmente eseguiti dai forzati,
ed ogni cantiere, di solito, aveva il suo personale di pena. I forzati erano
stati i primi inquilini fissi nel cantiere della Foce; vi erano stati fatti
passare dalla Darsena, nel 1805, quando i francesi avevano iniziati i lavori.
Il “bagno”, era , regolato da norme e da usi analoghi a quelli di Tolone,
consisteva in due grandi androni lunghi una sessantina di metri e larghi una
decina; era completo di locali per i guardiani. Vi potevano essere alloggiati
fino a trecento condannati.. Nel 1810 questi forzati erano stati mandati tutti
alla Spezia, per i nuovi lavori del porto.
Per
quanto, nel 1810, vi fossero tre navi sullo scalo, pure le sorti dello
stabilimento erano indecise; le preferenze del padrone per la Spezia facevano
credere che un bel giorno tutte le costruzioni per la Marina Imperiale
sarebbero state concentrate là. E la Camera di Commercio di Genova aveva già
presentata la richiesta, di riavere libero l’antico edificio del Lazzaretto per
riadibirlo, ancora, all’antico uso; quello di ospizio per i passeggeri delle
navi in quarantena.
Le
attività del cantiere negli anni del dominio francese dal 1800 al 1813
portarono alla marina imperiale numerose navi di riconosciuta qualità
NAVI
COSTRUITE SOTTO IL GOVERNO
FRANCESE
l 1805 (16 febbraio) Endymion Brigantino con 20 cannoni, prese parte alla
presa di Algeri, sbarcò le truppe all' attacco dell forte di Mers-el Kebyr ed
alla battaglia del Tago.
l
1805 La Pomone
Fregata da 44 cannoni Il giorno 4 Luglio 1805 Napoleone in visita a Genova salì
a bordo per visitarla mentre era in porto assieme ad altre navi francesi
l 1805 Ciclope
Brigantino da 16 cannoni, equipaggio di 120 uomini,. Una delle prime
carene foderate in rame
l 1806 (15 Agosto) Genois vascello di linea da 74
cannoni della classe Temeraire, caratterizzato da una immersione più contenuta
in modo da poter essere ospitato nei porti più piccoli. Varato il giorno del
genetliaco di Napoleone (15 Agosto). Fu una operazione difficile perché lo
scalo era poco inclinato ed il varo avvenne in tre avanzamenti successivi,
quello definitivo fu condotto dall'ing francese Forfait
La
nave venne mandata in disarmo nel 1821
l 1806 (16 Luglio) Le Mercure Brigantino con 16 cannoni da 18 libbre
il
22 febbraio 1812 nella battaglia di
Pirano contro la nave inglese HMS Weasel dopo 45 minuti di scambio di colpi,
improvvisamente il Le Mercure esplose ed
affondo uccidendo l'equipaggio meno tre marinai che vennero salvati dalla
Weazel
l 1806 (20 Agosto) Adonis Brigantino armato come
il precedente. Il maltempo impedì che fosse varato il 15 Agosto genetliaco
dell’imperatore. Questi due brick erano sullo stesso scalo e quindi l’Adonis
dovette percorrere i 200 piedi dello scalo libero. Si distinse in uno scontro
con il vascello inglese Kaint da 80 cannoni presso capo S. Andrea di
Portoferraio.
l
1807 (18 Agosto)
La Danae fregata da 74 cannoni,
in occasione di questo varo, per decreto dell'Imperatore, la parrocchia di San
Pietro venne trasferita nella chiesa di San Bernardo della Foce
l 1808 (3 Maggio) Le Breslaw vascello da 74
cannoni, scende in mare con un varo esemplare dal punto di vista tecnico e
spettacolare
l 1812 (23 Febbraio) Agamennon vascello da 74
cannoni. Succesivamente trasformato nel 1823 a Brest in fregata di I Classe
chiamata Amphitrite. Demolito nel 1836
Agamennon saluta |
l 1812 (3 Maggio)
La Galatea fregata da 44
cannoni
l 1812 (3 Ottobre) La Driade fregata da 44 cannoni
l 1813 (5 Settembre) Scipione vascello da 74
cannoni
l 1814 (1 Luglio) Le Brillant poi Genoa,
vascello da 74 cannoni
Questa
nave era sullo scalo quando, caduto Napoleone, arrivarono a Genova gli Inglesi,
i quali la requisirono cambiandole il nome in Genoa. Il varo fu funestato da in
incidente causato dalla rottura di un cavo in tensione che rompendosi uccise
tre marinai e ne ferì gravemente 17.
Il Regno di Sardegna
Nel 1813 la stella di Napoleone
cominciò ad offuscarsi, la Santa alleanza conquistò Parigi, dopo alterne
vicende in cui parve aver riconquistato il controllo il predominio fu
definitivamente battuto s Waterloo ed esiliato a Sant'Elena.
Con la lunga guerra che aveva funestato
il periodo, i traffici marittimi erano stati ridotti quasi annullati, ma si
pensava che una volta finita la guerra,
i traffici avrebbero ripreso e che Genova avrebbe avuto la necessità di un luogo per la quarantena
delle merci e delle persone.
Ma col trattato di Vienna, Vittorio
Emanuele I ottenne il dominio di Genova e della Liguria tutta, individuo
immediatamente la necessità di dotarsi di una Marina efficiente per contrastare
le scorrerie dei pirati barbareschi che dai porti di Algeri, Tripoli e Tunisi,
depredavano il naviglio mercantile risalendo il Tirreno.
Venne messo a capo
della marina l'Ammiraglio Giulio Andrea Des Geneis, abile ufficiale della
marina sarda e ottimo amministratore. Des Geneis riuscì nella sua opera di
organizzare la nuova marina.
Amm. De Geneis |
.Per fornire adeguati quadri alla
Marina, Des Geneys promosse l’istituzione della Regia Scuola di Marina, che dal
1816 curò la preparazione dei nuovi ufficiali, una delle radici sulle quali
doveva innestarsi l’attuale Accademia Navale di Livorno.
Il cantiere della Foce, che aveva dovuto fermare le sue attività nel periodo di transizione, ricominciò a lavorare a pieno ritmo per la nuova Marina Sarda ed i vari si susseguirono:
Il cantiere della Foce, che aveva dovuto fermare le sue attività nel periodo di transizione, ricominciò a lavorare a pieno ritmo per la nuova Marina Sarda ed i vari si susseguirono:
l 1816 (22 Novembre), Maria Teresa fregata da 60
cannoni. Armata il 3 Aprile 18, portava il nome della Regina. Nel 1830
partecipò all’azione contro il Bey di Tunisi che ostacolava la navigazione
commerciale.
l
1816 (1 Dicembre)
Tritone corvetta da 22 cannoni venne varata a 9 giorni di distanza dalla
Maria Teresa
l 1817 (3 Giugno), Il Commercio di Genova,
fregata da 60 cannoni come la Maria Teresa. Queste due fregate furono
progettate dall’ing.Biga. Prese parte all’azione contro Tripoli sotto il
comando del Capitano di Vascello Sivori assieme al Cristina al Tritone ed al
Nereide . Venne costruita attraverso un prestito privato, organizzato dalla
Camera di Commercio di Genova.
l 1818 (21 Novembre), Nereide brigantino da 14
cannoni. Progettato e costruito sotto la direzione del Cav. Biga, Il 6 Marzo
1819 entrò in servizio.
l 1819 (3 Giugno) Maria Cristina fregata da 38
cannoni. Tra il 28 ed il 29 Luglio 1826 il brigantino Nereide venne assalito
dai pirati greci, ma fu salvato dalle barche della fregata La Maria Cristina e
dal Tritone con i quali stava andando verso Odessa.
l 1827 (20 Luglio) Aurora corvetta. Completamente
armata in Darsena, risultò di 600 tonnellate. Carena ricoperta di rame ed
armamento velico a brigantino a palo (alberi di trinchetto e maestra a vele
quadre e mezzana a vele auriche). L’armamento originario si componeva di venti
cannoni in ferro a canna liscia da 24 libbre, disposti in batteria, e di
quattro cannoni-obici da 60 libbre, anch’essi in ferro ed a canna liscia,
collocati in coperta.Restò in servizio fino al 1865. Ebbe una attività assai
intensa nel Mediterraneo ed in Sud
America. Nell’agosto del 1835, durante
un’epidemia di colera, il morbo si diffuse a bordo contagiando parte
dell’equipaggio dell'Aurora, mentre questa era in navigazione da Genova a
Cagliari al comando di Giorgio Mameli (la cui famiglia, compreso il figlio
Goffredo, era a bordo dell'unità): grazie all’opera del medico di bordo dott.
Montolivo, tutti i malati, all’arrivo della nave a Cagliari, erano ormai in via
di guarigione. Ma i cagliaritani non vollero aver in alcun modo a che fare con
l'equipaggio e solo sotto la minaccia delle armi acconsentirono a rifornire la nave di viveri, acqua e
medicinali,
l 1827 (5 Novembre) Beroldo fregata da 50 cannoni
e 1400 tonnellate.Prese il nome da uno dei progenitori della casata dei Savoia.
Giunse fino alla Svezia nelle sue missioni oltre il Mediterraneo.
l 1827 (13 Dicembre) Hautecombe poi rinominata Giorgio
Des Geneys, fregata da 1400 tonnellate, l’unità aveva tre alberi a vele
quadre e bompresso (armamento velico a nave) ed era armata con 48 bocche da
fuoco, tutte a canna liscia (24 cannoni ad avancarica da 24 libbre, quattro da
60 libbre e venti carronate da 80 libbre), poi ridotte a 36 cannoni pesanti da
80 libbre[, era gemella del Beroldo, era stata disegnata dal Cav. Biga che mori
prima di vederne il varo. Il primo nome era quello della Abbazia sul lago di
Bourget in Savoia dove riposano i Conti e Duchi sabaudi; fu mutato per ordine
di Carlo Alberto il 31 Luglio1831 nel nome dell’ammiraglio creatore della
Marina sarda. Il 5 Febbraio 1834 vi si imbarcò Giuseppe Garibaldi come allievo,
s’imbarcò sulla nave come marinaio semplice con il nome fittizio “Cleombroto”,
per cercare di sollevare gli equipaggi contro i Savoia]. Il fallimento
dell’insurrezione obbligò il patriota, condannato a morte in contumacia, a
fuggire prima in Francia, quindi ad Odessa e da lì in Brasile. Venne
trasformata in nave mercantile in quanto superata dalle pirofregate. Fu radiata
nel 1869 dopo una lunga ed intensa navigazione nei mari del mondo sia come nave
militare che civile.
l 1828 (5 Novembre) Euridice corvetta da 20
cannoni tre alberi armata a nave. Nel dicembre 1833 fu imbarcato sulla nave,
come marinaio e con il nome fittizio di «Cleombroto», Giuseppe Garibaldi, che,
insieme all’amico Eduardo Mutru, cercò di propagandare la causa italiana,
venendo però per questo sorvegliato e quindi trasferito sulla fregata Des
Geneys in partenza per l’America, dalla quale disertò.
Nel 1836 partì da Genova il 4 Agosto.
Il 20 era alla fonda a Gibilterra. Il 6 Settembre a Santa Cruz de Tenerife (Canarie), il 19
Ottobre a Rio de Janeiro. Rimpatriò nel 1838 dopo vari servizi compresa
l’esplorazione del Rio delle Amazzoni. Nel 1849 ne ebbe il comando il capitano
di vascello di II classe Carlo Pellion di Persano, il futuro ammiraglio. Nel
1855 prese parte alla spedizione di Crimea.
Fu radiata nel Maggio 1869.
1829 (24 Giugno) Carlo Felice
fregata da 64 cannoni. Progettata dal Sig. De Lève Trasporto le spoglie della
Beata Maria Cristina di Savoia. Fu nave ammiraglia incaricata di incrociare
davanti alle coste del Portogallo e del Marocco
l 1829 (23 Ottobre) La Regina fregata da 60
cannoni. Nel 1838 partì per una spedizione che comprendeva la circumnavigazione
del globo, ma nello Stretto di Magellano (probabilmente più a sud, al Capo
Horn) una tempesta la danneggiò fortemente. Dovette tornare a Rio per lavori e quindi rientrò a Genova per essere demolita.
l 1831 Staffetta, goletta da 195 tonnellate, durante una missione
nell'adriatico subi gravi avarie e causa del maltempo, nel passaggio alla Regia
Marina venne radiata.
l 1837 (27 Luglio) Ichnusa (dal nome greco della
Sardegna) avviso a ruote da 450
tonnellate, apparato motore da 90 HP. L’armamento di Ichnusa ( e del gemello
Gulnara) era piuttosto ridotto, limitandosi a quattro grossi cannoni ad
avancarica, in ferro ed a canna liscia, da 200 mm (80 libbre piemontesi di
palla). Nel 1861 l’armamento venne mutato in un cannone in ferro ed a canna
liscia da 40 libbre e due cannoni-obici da 60 libbre, anch’essi in ferro ed a
canna liscia. Fu la prima nave militare a vapore costruita su licenza del
cantiere Blackwall nei cantieri nazionali,. Venne impiegata per il servizio
postale ed ebbe parte rilevante nell'assicurare i collegamenti tra il governo e
le navi della regia marina coinvolte nella spedizione dei Mille quindi come
nave ausiliaria in Adriatico durante l'assedio a Trieste Fu radiata nel 1867.
l 1838 (4 Settembre) Aquila corvetta da 470
tonnellate con armamento velico a tre alberi a vele quadre e bompresso, era
dotata di un apparato con motore 6 caldaie,3 motrici alternative e 3 eliche,
potenza totale 2.620 HP. Armata con 24 cannoni francesi in ferro liscio da 18
libbre, che dal 1861 diventarono 18 con palla da 40 libbre . Nel 1840 vi si
imbarcò come mozzo Nino Bixio a 17 anni, Il 19 Novembre 1850 tornò sullo scalo
alla Foce per essere riparata e ammodernata e fu varata una seconda volta il 14
Gennaio 1852. Il 17 Marzo 1861 cambiò il nome, in Iride per differenziarla
da una nave della ex marina borbonica
quindo entrambe passarono alla R. Marina Italiana. Fu radiata e demolita
nel 1869
l 1840 (4 Maggio) San Michele fregata di I rango
di 2500 tonnellate, tre alberi a vele quadre armata a nave. Armamento (1861):2
cannoni in ferro liscio da 80 libbre in batteria, 30 cannoni in ferro liscio da
40 libbre in batteria, 10 cannoni-obici in ferro liscio da 200 mm in coperta, 4
cannoni in bronzo liscio da 8 libbre su affusto da sbarco
Dopo gli interventi delle guerre di
Indipendenza, nel 1869 venne trasformata a La Spezia in gru galleggiante e radiata nel 1875.
l 1840 (25 Maggio), Tripoli corvetta a ruote,
Dislocamento a pieno carico: 800 Ton.
Lunghezza: 42,8 m. Larghezza: 8,2 m. Immersione: 3,1 m.
Apparato motore di produzione inglese
Maudslay costituito da 2 caldaie con una
motrice alternativa ed una elica,
potenza 180 HP per una velocità velocità di 6 nodi
Armata con 1 pezzo da 160 mm. ad
avancarica e 3 pezzi da 160 mm lisci.
Era un due alberi di cui uno a vele
quadre ed uno a vele auriche. Dal 1871 fu impiegata come nave idrografica., Nel
1871 tornò sullo scalo per essere riparata,
nel 1872 fu nuovamente adibita al servizio idrografico. Fu radiata nel
1877.
l 1841 (Agosto) Eridano brigantino da 450 tonn.
Lunghezza: 32,20 m Larghezza: 9,00 m,
Immersione: 4,0 m. Armato con 16 pezzi da 80 mm. Non costituiva una classe,
malgrado molto simile al Colombo. Radiato
nel 1868
l 1844 Colombo brigantino quasi gemello
dell'Eridano .Colombo aveva due alberi armati a brigantino (trinchetto e
maestra, a vele quadre) e dislocava 480 tonnellate, trenta in più rispetto al
suo predecessore Eridano. Un’altra differenza consisteva nell’armamento: il
Colombo disponeva infatti di 14 cannoni in ferro a canna liscia da 24 libbre e
di due cannoni-obici, anch’essi in ferro ed a canna liscia, dello stesso
calibro, mentre questi ultimi sull'Eridano erano di calibro inferiore (16
libbre) Nel 1849 si recò alla Maddalena, imbarcò Garibaldi con tre compagni che
furono poi sbarcati a Gibilterra con l’ordine di recarsi in terre lontane
utilizzando mille lire consegnategli dal comandante. Fu inviato in missione in
America del sud e successivamente impiegato in Adriatico. Fu radiato nel 1867
l 1844 (18 Giugno) Malfatano pirocorvetta a due
alberi con trinchetto armato a vele quadre e maestra a vele auriche,
dislocamento a pieno carico: 800 Tonn.
Lunghezza: 45,1mt.,Larghezza: 7,4 mt.
Immersione: 3,5 m.
Apparato motore Maudslay. costituito da
2 caldaie 1 motrice alternativa 1 elica Potenza: 160 HP Velocità10 nodi Armata con 4 pezzi da 160 mm.
Venne adibita al servizio postale per
poco tempo in quanto impiegata a due riprese in Adriatico, Il 5 Maggio 1860
ricevette l'ordine di intercettare ed impedire a Garibaldi di approdare in
Sardegna con il Piemonte ed il Lombardo. Radiata nel 1870
l 1844 Daino brigantino da 600 Tonn, armato
con 14 cannoni. Nel 1864 fu utilizzata come nave scuola della
marina mercantile di Genova. Radiata nel 1869, venne ceduta al collegio
convitto Caracciolo di Napoli (marina mercantile).Tornata in servizio nel 1873
come pontone e poi fu assegnata come Nave scuola Officine Redenzione di Genova
(Garaventa); fu poi sostituita in questo ruolo nel l903 dalla cannoniera
Sebastiano Venier.
l 1849 (5 Maggio) San Giovanni pirocorvetta 7800
tonnellate,apparato motore da 220 cavalli fornito da Le Contre (francese).
Trasportò viveri e munizioni in Crimea nel 1855 e 1856. Nel 1862 fu applicata
l’elica e allungato lo scafo nel porto di La Seyne (Francia).. Radiata nel
1875.
1856 (1° Luglio)
Vittorio Emanuele pirofregata
.Costruita con scafo in legno con carena rivestita di rame, la nave
aveva inizialmente un poderoso armamento di 77 cannoni, poi ridotti a 51 (16
cannoni lisci da 40 libbre, 14 cannoni-obici lisci da 20 libbre, 20
cannoni-obici lisci da 40 libbre ed un cannone lungo a canna liscia da 80
libbre).
L’apparato motore era fornito dalla
ditta J.Penn di Greenwich fu montato nel 1858: tramite una elica raggiungeva la
velocità di 9,3 nodi. Era dotata di eccellenti qualità nautiche.. Partecipò
attivamente alle battaglie per la conquista delle piazzaforti borboniche e alle
azioni della terza guerra di indipendenza. Concluse la sua lunga attività come
nave scuola giungendo fino ad Annapolis.
Fu radiata ormai vetusta ed obsoleta nel 1896
l 1858 (26 Giugno) Luni rimorchiatore 93
tonnellate. Apparato motore fornito dall' adiacente Cantiere della Pila Orlando
da 60 cavalli. Radiato nel1903.
l 1859 (11 Luglio) Maria Adelaide pirofregata. Dislocamento a pieno carico: 3.543 t.
Lunghezza: 74,35 m larghezza: 15,05m, Immersione: media 6,50 m.
Apparato motore inglese della ditta
Penn da 2255 cavalli costituito da 4
caldaie, 1 motrice alternativa, 1 elica. L'armamento, iniziale poi ammodernato,
era composto da 10 cannoni in ferro rigato cerchiato da 160 mm; 22
cannoni-obici in ferro liscio da 200 mm;4 cannoni in bronzo liscio da 80 mm su
affusto da sbarco
La velatura iniziale era composta da
tre alberi a vele quadre armati a nave; dal 1867 venne modificata con tre
alberi armati a brigantino a palo; trinchetto e maestra a vele quadre, mezzana
a vele auriche, Le sue caratteristiche la rendevano la nave la più veloce non
solo della flotta italiana ma anche delle flotte di altre marine europee,
L’equipaggio aiutò la cittadinanza durante l’incendio di Lisbona. Fu nave
ammiraglia per diversi anni, venne radiata nel 1900.
Il periodo della Regia Marina
Luciano Balzarini
Nascita della Regia marina
Contemporaneamente alla spedizione di
Garibaldi nel Regno delle due Sicilie, si sviluppavano gli avvenimenti che
portarono ai referendum di annessione dei vari Stati italiani al Regno di
Sardegna.
Infine il 17 novembre 1860 vengono
unificate le Marine sarda, borbonica, toscana e pontificia e, il 17 marzo 1861,
con la proclamazione del Regno d'Italia da parte del Parlamento di Torino,
nasce la Regia Marina.
L'appena nato regno d'Italia dispone di
una flotta con un buon numero di legni a vela e a vapore, tuttavia l'Armata
Navale, nome dato all'epoca nella Squadra navale, derivava dall'unione di più
marine diverse fra loro: ciò ne limitava le possibilità e capacità operative.
Cavour elaborò un programma che
prevedeva l'unificazione dei Ministeri di Marina di Napoli e di Sicilia, la
riorganizzazione di tutto il personale, la costituzione di tre dipartimenti
marittimi (Genova, Napoli, Ancona) e la costruzione, a La Spezia, di un moderno
ed efficiente arsenale.
Viene varato un ampio programma di
costruzione navale per rammodernare la flotta Le due fregate corazzate di 1^
classe, il Re d'Italia e il Re di Portogallo, sono commissionate negli Stati
Uniti. Dai cantieri francesi vengono varate le fregate corazzate Ancona,
Castelfidardo, Maria Pia e San Martino; le corvette corazzate Formidabile e
Terribile; le cannoniere corazzate Palestro e Varese. In Gran Bretagna viene
commissionato l'ariete-corazzato Affondatore, una delle prime navi a torri
della storia navale.
Nuove unità sono impostate nei cantieri
italiani: le fregate corazzate di 2^ classe Principe di Carignano, Messina,
Roma, Venezia,
Nel cantiere della Foce vennero
varate:
l 1860 (31 Marzo) Curtatone pirocannoniera da 263
Tonn, adottava un apparato motore della ditta Tulloch & Demne di Dumbarton
Inghilterra, Prestò servizio come comandante su questa nave Simone Pacoret di
Saint Bon che raggiunse in seguito i più alti gradi della gerarchia militare. Al
comando del Saint Bon partecipò all'assedio di Gaeta, in quella occasione si
distinse per valore Il Luogotenente Gio Batta Magnaghi che divenne un famoso
Idrografo stimato in tutte le Marine Europee per la sua opera.
l 1860 (3 Novembre) Montebello pirocannoniera da
262 Tonn, costruzione in legno, apparato motore da 60 Hp, fornito dalla ditta
inglese Penn. In due occasioni partecipò al salvataggio di navi che si
trovavano in difficoltà a causa del mare grosso. Fu presente a Lissa in cui
ebbe l'incarico di tagliare le comunicazioni telegrafiche fra Lissa e le altre
isole dell'arcipelago. Dotata di cattive qualità nautiche fu radiata dopo pochi
anni nel 1872.
l 1860 Vinzaglio
, piro-cannoniera, dislocava 262 Tonn ed era munita di un motore della
ditta inglese Penn di Greeenwich da 60 HP, prese parte all'assedio di Gaeta con
le gemelle Confienza e Curtatone, durante un cannoneggiamento alla distanza
ravvicinata di 200 m delle batterie della fortezza venne colpita due volte
sotto la linea di galleggiamento e fu costretta a ritirarsi per non essere
affondata.
l 1860 (11 Novembre) Duca di Genova, pirofregata ad elica di I
Rango, progettata dal Generale Ing Felice Mattei, dislocante a pieno carico 3515 Tonn. Lunga:
71,9 m., Larga 15 m. Con una immersione
di 6,5 m. Apparato motore costituito da
4 caldaie, 1 motrice alternativa azionante
l' elica. Potenza: 2.134 HP per
una velocità di 12 nodi
Velatura tre alberi a vele quadre armati a nave. Scafo
in legno con carena rivestita in rame
Armata con 8 cannoni in ferro rigato cerchiato da 160
mm, 10 cannoni-obici in ferro liscio da 200 mm 32 cannoni lunghi in ferro
liscio da 160 mm 4 cannoni in bronzo rigato da 80 mm su affusto da sbarco
Equipaggio costituito da 578 tra Ufficiali,
Sottufficiali, sottocapi e comuni
Durante il varo toccò l'estremità del muro di cinta
del cantiere ed un marinaio, ivi di guardia, rimase ferito dai detriti. A bordo
di questa nave Garibaldi fu trasportato ferito da Aspromonte alla fortezza del
Varignano in La Spezia
Per
l'antico cantiere i tempi stavano
velocemente cambiando, l'arsenale militare della Spezia era in piena
attività, altri cantieri come
Castellammare di Stabia, Taranto,
Venezia si ponevano come un'efficace alternativa nel campo delle costruzioni
militari e lo Stato italiano cedette
l'attività alla Municipalità di Genova.
Il
cantiere venne ampliato su parte dell’area dove in precedenza sorgeva un
lazzaretto edificato nel XV secolo; con gli sviluppi della medicina, a metà
dell’Ottocento le funzioni del lazzaretto furono trasferite al nuovo ospedale
di Pammatone e l’edificio demolito per consentire l'ampliamento del cantiere
che raggiunse un'estensione di circa 70.000 mq .
Il
cantiere, di proprietà municipale, fu dato in gestione prima ai fratelli
Wastermann, poi ai fratelli Orlando, siciliani trapiantati a Genova e Luigi
Orlando, uno dei fratelli, venne nominato direttore del cantiere. Gli Orlando
erano quattro fratelli originari della Sicilia, già proprietari di un'industria
meccanica di Palermo, che per motivi politici avevano abbandonato la loro
isola.
l 1862 Principe
Umberto , pirofregata ad elica di primo rango, progettata dal Generale
Mattei; lunga 71,9 m e larga 15,04 una immersione di 6,5 m, dislocamento a
pieno carico di 3483 Tonn
Apparato motore costituito da 4
caldaie,1 motrice alternativa azionante l' elica della potenza di 2.134 HP per
una velocità di 12 nodi.
Era dotata di una velatura su tre
alberi a vele quadre armati a nave. Lo scafo era in legno con carena rivestita
in rame
Era armata con 8 cannoni in ferro
rigato cerchiato da 160 mm. 10 cannoni-obici in ferro liscio da 200 mm, 32
cannoni lunghi in ferro liscio da 160 mm, 4 cannoni in bronzo rigato da 80 mm
su affusto da sbarco
L'equipaggio era costituito da
578 tra Ufficiali, Sottufficiali, sottocapi e comuni.
Al comando del Saint Bon, con a bordo gli aspiranti ufficiali, per due
volte rischiò di naufragare per le cattive condizioni del mare durante la
traversata dell'Atlantico. Successivamente al comando Guglielmo Acton attraverso
lo stretto di Magellano e giunse fino al
Perù dove liberò un mercantile italiano sequestrato dalla marina
locale.Partecipò alla battaglia di Lissa ove salvò 116 naufraghi della
affondata corazzata Re d'Italia
l 1863 (15 Settembre) la Principe di Carignano, fregata corazzata di I rango; impostata nel
1861 su progetto del generale Mattei, costituiva una classe, di 4 unità,
assieme alle gemelle Principe Umberto, Conte Verde e Messina. Fu la prima nave
corazzata costruita in Italia
Dislocava a pieno carico: 4.086
Tonn. Era lunga 75,8 m, larga 15,2 m.
Con una immersione di 7,2 m. Apparato motore era costituito da 4 caldaie,1
motrice alternativa azionante un'elica. Con una potenza di 600 HP raggiungeva
la velocità di 12 nodi
Corazzatura Verticale di 220 mm. Era armata con 18
pezzi da 60 mm.4 pezzi da 72 libbre.
L'equipaggio era costituito da 572 uomini.
Prese parte alla battaglia
di Lissa ove venne gravemente danneggiata essendo stata colpita da numerosi
proiettili austriaci. Negli anni successivi subì diverse conversioni finché non
venne radiata nel 1875
l 1864 ( 10 Agosto) Principessa Clotilde PiroCorvetta
Dislocamento a pieno carico: 2.235 Tonn. Lunga 66,2 m., Larga 12,5 m. Con una immersione di 5,1
m. L'apparato motore era costituito da
1 caldaia, 1 motrice alternativa azionante l'elica con potenza di 400 HP per
una velocità di 9 nodi. Il combustibile era costituito da 130 Tonn. di carbone per
una autonomia di 800 miglia a 9 nodi
L'armamento
era costituito da 14 cannoni in ferro liscio da 160 mm in batteria, 10 cannoni
in ferro rigato cerchiato da 160 mm in coperta, 4 pezzi da sbarco di piccolo
calibro. L'equipaggio era di 345 uomini
Era
una corvetta in legno con carena rivestita di rame. Scafo armato a nave con tre
alberi a vele quadre, robusta e di
ottime qualità marine anche se stentava nelle andature di bolina.
L'attività
più significativa fu la sua partecipazione alla battaglia di Lissa, mentre
negli anni 1868 - 1871 fu impegnata in una lunga campagna oceanica che,
doppiando il Capo di Buona Speranza la portò in Estremo Oriente percorrendo
oltre 60.000 miglia . Visitò Singapore,
Hong Kong Yokohama, Nagasaki, le Filippine ed il Borneo
Nel
1873, infine, fu dislocata a Cartagena durante l'insurrezione spagnola. Ebbe
vita breve in quanto fu radiata nel 1875 dopo soli 9 anni di servizio
Nel
1865 gli Orlando trasferirono a Livorno le loro attività. abbandonando la
gestione del cantiere.
l 1865 (11 Aprile) Città di Napoli, trasporto,
dislocamento 3359 Tonn dotato di motore della ditta inglese Maudslay &
Field da 1719 Hp. Nel corso dei trent'anni di servizio effettuò numerosi
salvataggi; soccorso al Washington che stava per finite sulla costa,
salvataggio di 130 naufraghi dell'Affondatore colato a picco ad Ancona.
Salvataggio della fregata Formidabile e della cannoniera Cariddi che nel porto
di Napoli stavano per urtarsi causa la rottura degli ormeggi a seguito di un
fortunale.
Soccorso
alla Vittorio Emanuele traversata a seguito del cattivo tempo sempre a Napoli.
Fu adibita a nave scuola, a trasporto di materiale in Africa. Chiuse la propria
vita come deposito di siluri.
l 1865 (13 Dicembre) Roma, fregata
corazzata di I rango, progettata
dall'Ing Giuseppe De Luca Dislocante a
pieno carico 6.250 Tonn. Lunga 79,6 m. Larga 17,5 m con una immersione di 7,6
m. L'apparato motore era costituito 6 caldaie, motrice alternativa azionante
una sola elica con potenza di 3.670 HP per una velocità di 13 nodi
Imbarcava
580 Tonn. di carbone, per una autonomia 1.940 miglia a 10 nodi. Era dotata di
velatura a due alberi a vele quadre ed uno a vele auriche
Corazzatura
riportata su scafo in legno :Verticale: 150 mm. ridotto: 120 mm.
Armata
con 17 pezzi (calibri vari).
Equipaggio
di 550 uomini tra Ufficiali, Sottufficiali, sottocapi e comuni
Costituiva
una classe di 2 unità, assieme alla gemella Venezia.
Ebbe
una lunga vita con varie navigazioni entro e fuori il Mediterraneo,
Nel
1896 , a La Spezia ormai ridotta a nave deposito fu colpita da un fulmine che
innescò un vasto incendio. Malgrado l'opera dei pompieri non fu possibile
spegnerlo, la nave venne rimorchiata in
fiamme su un bassofondo: Per evitarne l'esplosione, una carica esplosiva posta sotto la
corazzatura ne provoco il semi affondamento; malgrado questo la parte ancora
emersa continuò a bruciare per tre giorni finché la coperta non venne
smantellata.
La
bandiera, riccamente lavorata, salvata dall'incendio, venne usata per ricoprire
il feretro di Umberto I.
l 1866 (13 Giugno) Voragine batteria
galleggiante corazzata, gemella della
Guerriera costruita a Castellammare di Stabia,aveva un motore a vapore da 150
Hp disegnato e costruito dalle Officine della Società d'industrie Meccaniche di
Napoli. Venne portata con la gemella a Venezia essendo state costruite
nell'eventualità di un'attacco nella Laguna Veneta. Dopo soli nove anni di
servizio venne radiata, essendo cessate le ragioni operative che l'avevano
motivata.
l 1866 ( 24 Ottobre) Vedetta, piro-avviso.
Costituisce una interessante ed importante evoluzione nella storia della
cantieristica italiana, essendo stata la prima nave militare costruita in
ferro. Segnala una importante evoluzione non solo nelle tecniche di
progettazione e costruzione navali ma anche nel tessuto industriale circostante
chiamato a fornire i nuovi materiali necessari. Aveva un dislocamento e pieno
carico di 828 Tonn e l'apparato motore da 661 Hp era stato costruito dalla Gio.
Ansaldo e C. di Sampierdarena
Oltre
alla macchina a vapore,aveva un
armamento velico a brigantino a palo, che permetteva però una velocità
molto modesta. Un altro rilevante problema era costituito dall’autonomia, non
superiore a 1000 miglia. L’armamento, inizialmente composto da un solo
cannone a retrocarica da 75 mm, venne
successivamente portato a 4 pezzi da 120
mm a retrocarica, cui furono aggiunti in seguito anche 2 cannoncini da 37 mm e
quattro pezzi dello stesso calibro a revolver.
Il
Vedetta effettuò nel corso della sua lunga attività moltissime missioni
arrivando in vari porti dell'Estremo Oriente (Malesia, Cina), Grecia Tunisia,
ripetute missioni in Eritrea e molte altre che è impossibile sintetizzare .Il
Vedetta fu radiato il 30 agosto 1903 a Napoli.
Sin
da prima della radiazione, dal 10 novembre 1901, l'unità era stata trasformata
in nave caserma dell’Arsenale di Venezia, ruolo che mantenne ancora per
parecchi anni dopo la radiazione Successivamente la vecchia nave venne venduta
all’Istituto di Redenzione Garaventa di Genova.
.
l 1869 (21 gennaio) Venezia piro-corazzata con
dislocamento a pieno carico di 6.250 Tonn. Apparteneva alla classe Roma.Lunga
79,6 m larga 17,5 m con una immersione: di 7,6 m.
Apparato
motore costituito da 6 caldaie, 1 motrice alternativa azionante l'elica con una
potenza di 3.670 HP per una velocità di 13 nodi
Il
combustibile costituito da 580 Tonn. di carbone consentiva una autonomia di
1.940 miglia a 10 nodi La velatura era a due alberi a vele quadre ed uno a vele
auriche per 2957 mq di superficie velica.La corazzatura riportata sul fasciame
in legno aveva spessore in verticale di 150 mm in corrispondenza del ridotto di
120 mm.
Armata
con 17 pezzi (calibri vari) disposti in modo moderno a batteria centrale, aveva
un equipaggio di 550 tra Ufficiali, Sottufficiali, sottocapi e comuni
Operò
in levante ed in Spagna. In Grecia Dopo altra attività varia, venne inviata a rilevare l'area del mare di
Taranto per la costruzione del locale arsenale. Prese parte alle operazioni contro
l'Austria tagliando il cavo telegrafico sottomarino che assicurava le
comunicazioni lesina Pola Trieste, Vienna, poco dopo prese parte alla battaglia
di Lissa.
Un piemontese: Cravero
Il
borgo della Foce veniva inglobato nel 1873 al comune di Genova, quando, con un
regio decreto, il Comune di Genova si espandeva oltre il confine del Bisagno,
inglobando, oltre alla Foce, i comuni di San Francesco d'Albaro, San Martino,
Staglieno, Marassi e San Fruttuoso, e dando avvio ad un’espansione urbanistica
che avrebbe radicalmente cambiato il volto di quei quartieri.
Un
piemontese, Enrico Cravero, aveva scelto Genova come sua città di elezione, nel
1853 era entrato come operaio meccanico nello stabilimento G. Ansaldo & C.
di Sampierdarena, passò due anni dopo in quello dei Fratelli Orlando che
gestivano l'ex Arsenale Regio alla Foce.
Alla
ricerca di miglior fortuna nel 1858, si recò prima in Svizzera e poi a
Costantinopoli, ma poco dopo ritornò a lavorare come operaio dagli Orlando e
nel 1859 divenne capo operaio. Nel 1865 gli Orlando chiusero il Cantiere della
Foce ed andarono a gestire il Cantiere di Livorno e Cravero, con un socio aprì
una piccola officina, assumendone la direzione prima tecnica poi anche
amministrativa, nel 1874 l'officina contava 229 operai.
Nel
1879 Enrico Cravero chiuse l'opificio per assumere, nel 1880, in società con un
gruppo di capitalisti, il Cantiere della Foce trasformando nel giro di pochi
anni il vecchio Arsenale Regio in un moderno complesso industriale che arrivò
ad impiegare oltre un migliaio di lavoratori Cravero specializzò il
cantiere nella costruzione di piccoli
scafi:
l Viterbo
Betta a vapore dislocamento 470 ton, apparato motore di 75 Hp costruito dalla
ditta Migliardi di Savona, la Betta ebbe sede di lavoro La Spezia e si distinse
nel salvataggio di navi in grave difficoltà per tempo avverso.
l Varie Torpediniere Bette Rimorchiatori
1886-87
varò nove rimorchiatori
1888
una agguerrita squadriglia di quattro torpediniere in ferro modello
Schichau Unità : 105S -128S - 133S
-146S - 151S - 152S - 153S Le unità, classificate come torpediniere costiere di
2° classe, furono costruite, su licenza della ditta Schichau di Elbing
(Germania)
Dislocamento
ton 80 , per una lunghezza di m. 39 , larghe m. 4,80 e con una immersione di:
m. 2,01
Dotate
di 1 caldaia tipo locomotiva e una motrice alternativa verticale a duplice
espansione da 1000 HP raggiungevano una velocità 19 nodi
Con
17 t carbone raggiungevano una autonomia di 300 miglia a 15 nodi
o
1.000 miglia a 10 nodi
Erano
armate con 2 tubi lanciasiluri fissi successivamente modificati uno e uno
brandeggiabile, 2 cannoni revolver Nordenfelt o Hotchkiss.
L'equipaggio
era costituito da 17 tra Ufficiali, Sottufficiale e Comuni
Nel
1889 vennero varati quattro rimorchiatori e la cisterna Tino di 120 t di
dislocamento cui 80 t di acqua dotata di un apparato motore di 80 Hp
Nel
1890 le torpediniere 116 117 118 e 119 S e la cisterna Mincio gemella della
Tino
Nel
1891 vennero varate due bette
l 10 maggio 1892 venne varato (con qualche difficoltà
nella discesa della imbarcazione) il
rimorchiatore d'alto mare Atlante di dislocamento 776 Tonn dotato di un
motore da 1830 Hp
l 1892 viene varata una altra squadriglia di
torpediniere , sempre della classe Schichau
le 145, 146, 147 e 148
l 1893 vengono varati due rimorchiatori il 21 ed il 24
l 1894 il rimorchiatore 23 e la Betta numero cinque
l 1895 il rimorchiatore numero 22
il
5 aprile 1905 il commendator Enrico Cravero moriva, tra il compianto di tutti i
genovesi, il Comune di Genova dedicò a
questa figura una strada del quartiere della Foce: l' unica strada non
allineata rispetto alle altre in quanto segue l'antico percorso della strada
fiancheggiante le mura che circondavano il cantiere.
La nuova gestione Odero
Il
cantiere navale della foce passò la società N. Odero & C. Che possedeva un
altro noto cantiere sulle spiagge di Sestri Ponente
La
nuova società ricostruì completamente le officine e le dotò di macchinario
modernissimo con macchine e gru elettrificate, rinnovò le officine del
montaggio, della fonderia e la costruzione delle caldaie le lavorazioni del
rame ed installò l'apparecchiatura ad aria compressa per la ribaditura e il
calafataggio, l'impianto ad acetilene per la saldatura.
Il
cantiere primi anni della sua esistenza occupava una superficie di 57.000 m
quadri di cui quasi la metà coperti.
Dopo
13 anni dall'ultima discesa in mare riprendevano i vari della nuova gestione:
l 1899 Savoia (1883-1923) trasformazione in nave passeggeri dell'ex panfilo reale Savoia . Originalmente
costruito, su progetto dall’ispettore del Genio Navale Carlo Vigna, nel
cantiere di Castellammare di Stabia il 23 giugno 1883 con la qualifica di
Panfilo Reale, il Savoia fu iscritto nel
Registro del Naviglio della Reale Marina e classificato come Incrociatore
Ausiliario di 2ª Classe.
Prua
stellata, tre alberi, un fumaiolo, aveva un dislocamento di 3320 t ed era
dotato di un apparato motore Ansaldo a 3
cilindri orizzontali di 3340 Hp in grado di imprimerle una velocità di 15,2
nodi Lunga 93,8 m, larga: 12,78 m. con un'immersione di 5,85 m; l'autonomia era
di 5.500 miglia a 12 nodi. L’armamento, dato il particolare impiego di nave
reale e di nave sede di comando, era ridotto (due pezzi da 75 mm e sei da 57
mm).
Venne
utilizzato per quattordici anni come nave di rappresentanza e da diporto per la
famiglia reale italiana.
Restò
in servizio operativo sino al 1897 per essere poi sostituito dal Trinacria.
Venduto
alla Compagnia La Veloce di Genova, nel 1899 fu trasformato nel cantiere della
Foce, in transatlantico per essere utilizzato sulle rotte del Sud America.
Furono
ricostruiti gli interni ed i ponti, eliminato un albero ed allungata la
ciminiera per ottenere miglior tiraggio.
Mantenendo
lo stesso nome, fece molti viaggi per il Nord e Sud America, restando in
servizio sino al 1923.
l 1898 CITTÁ DI TORINO - Nave Passeggeri Costruita alla Foce ,per la compagnia di navigazione La
Veloce. Dislocamento 4.,041 Tonn, lunga
104 m, larga 13m. Tre motori a vapore. Velocità di servizio 12 nodi. 1.536
passeggeri (40 in seconda classe e 1.496 in terza classe).Due alberi. Linea
Genova, Palermo, Napoli, New York. La nave venne venduta a Sitmar Line,
bandiera italiana, nel 1914 e cambiò il nome in Costantinopoli. In disuso dal
1933.
La
nave fu utilizzata essenzialmente per trasportare gli emigranti italiani nella
America del Nord e del Sud. Il numero dei passeggeri e la precarietà delle
spartane sistemazioni rendevano il viaggio una durissima avventura. In tali
condizioni, contrarre una malattia era frequente, e non mancavano i decessi,
come rivela il diario di bordo del piroscafo “Città di Torino” del novembre
1905: «Fino ad oggi su 600 imbarcati ci sono stati 45 decessi dei quali: 20 per
febbre tifoide, 10 per malattie broncopolmonari, 7 per morbillo, 5 per
influenza, 3 per incidenti in coperta».
Al
Galata Museo si vede una ricostruzione
del piroscafo ‘'Citta' di Torino'' e i visitatori si ‘'imbarcano'' passando
attraverso una passerella di legno. La ricostruzione dell'interno
dell'imbarcazione dà una chiara visione della vita di bordo: Il viaggio
nell'interno della nave da emigrante finisce con lo sbarco nelle tre
destinazioni principali dell'emigrazione italiana: l'Argentina degli anni tra
il 1860 ed il 1880, il Brasile tra il 1880 e il 1892 e gli Stati Uniti con
Ellis Island dal 1892 in poi.
l 1899 Jupiter
piroscafo mercantile varato per
conto della Società Commerciale Italiana di Navigazione dell’armatore Raggio di
Genova. Lo scafo era lungo 104 metri e largo 14, stazzava 4048 ton
Era
fornito di un motore di 282 cavalli. Velocità di crociera 10 nodi.
Nel
1901 mentre trasportava lo zolfo delle
miniere di Sicilia, incappava in un terribile fortunale che lascia la nave per
quaranta giorni in balia delle onde. Dopo aver bruciato tutto il carbone
combustibile, a motore ormai spento, Il
capitano Stefano Zennaro di Pellestrina autorizzò l'equipaggio a mettersi in salvo.,
Il capitano con il secondo ufficiale di macchina, Giuseppe Bacigalupi di Marola
la Spezia rimasero sulla nave per mantenerne la proprietà a nome dell'armatore.
Due
navi, l'inglese St Simon e la tedesca
Helvetia tentarono il rimorchio
ma il cavo in entrambi i casi si
spezzò, Infine dopo quasi due settimane alla deriva, la nave norvegese Juno
riuscì a portare in salvo la nave e i due ufficiali. Al rientro Zennaro e
Bacigalupi furono premiati dai Lloyds di Londra, assicuratori di nave e carico,
con una medaglia d’oro ed un premio in
denaro. Anche l’armatore Raggio li premiò. Dopo i lavori di riparazione la nave
riprese la navigazione.
Nel
1915 il Consiglio comunale decise l’acquisto del piroscafo “Jupiter” dalla
Società anonima commerciale italiana di navigazione di Genova per il trasporto
del carbone per conto dell’Officina del gas, costo lire 920.000. Il nome venne
in seguito mutato in Andrea Costa. Al 2
aprile 1916, il piroscafo aveva
trasportato 20.000 tonnellate di carbone in quattro viaggi, recuperando gran parte
del costo di acquisto e diminuendo il
prezzo del gas a Bologna.
l 1899 Neptunus piroscafo mercantile varato nei
cantieri della Foce di Genova per conto
della Società Commerciale Italiana di Navigazione. Gemello dello Jupiter. Stazzava 4.048 tonnellate, lo scafo era lungo
103,70 metri e largo 13,71 aveva la prua verticale, due alberi, un fumaiolo.
Era fornito di un motore di 2820 cavalli per
una Velocità di crociera di10
nodi.
Venne
affondato da un colpo di cannone di un sommergibile tedesco presso Capo
Sant'Antonio nel settembre 1916
l 1900 (Dicembre) LUIGI CIAMPA piroscafo di proprietà della
ditta F.S. Ciampa e Figli di Sorrento; lungo 104 m largo 14m , dislocamento
4004 Tonn, velocità 12 nodi
l 1901 Ravenna piroscafo varato per conto della
Compagnia Italia S.A. di Navigazione a Vapore, Genova.
Era
lungo 110,7 m e largo largo 13,25 m con un dislocamento di 4252
Tonn
Dotato
di due alberi ed un fumaiolo. Una
motrice a triplice espansione da 2.500 HP, velocità 12 nodi. Sistemazione per
42 passeggeri in cabina, 1.250 per emigranti nella stiva. Equipaggio 70
persone.
Nel
giugno 1901 salpò da Genova per il
viaggio inaugurale con destinazione Montevideo e Buenos Aires. Dal gennaio al
marzo 1903 venne noleggiata dalla tedesca Hamburg-Amerikanische Packetfahrt
A.G. A aprile 1903, di ritorno da New York, al largo della costa africana
perdette l'elica e fu rimorchiato a Gibilterra dal piroscafo britannico
Calabria.
Quindi
riprese le rotte per il Sud America: Rio de Janeiro e Santos.
Il
piroscafo venne requisito quando scoppiò la guerra italo-turca del 1911 per il trasporto di uomini e rifornimenti tra
Napoli e Tripoli.
Nel
1916 venne di nuovo requisito dall' Esercito per il trasporto truppe in Albania.
L'unità prese il nome di Ravenna I. Riassunse il proprio nominativo quando
riprese servizio civile nel 1917
Il
4 aprile 1917 la nave ritornando a
Genova da Buenos Aires. giunta a due miglia al largo di Capo Mele presso
l'Isola Gallinara, avvistò un
sommergibile. Il comandante manovrò per evitare un siluro lanciato dal
sommergibile tedesco U 52 comandato dal
capitano. Hans Walter. Malgrado la manovra la nave venne colpita a poppa. L'affondamento fu rapido, colò a
picco alla posizione 44°00’N – 08°28’ a 90 m. di profondità.
Nonostante
il rapido affondamento si ebbero solo sei vittime, tra cui un membro
dell'equipaggio. Una parte dei naufraghi raggiunse la riva nuotando; altri
vennero recuperati dai pescatori di Andora e di Albenga.
Al
momento dell’affondamento il Ravenna aveva nelle stive un carico di lana
greggia, sego, carbone, cavalli e macchine agricole.
Nel
1930 iniziarono i lavori per il recupero del carico, a cura dei palombari del
Rostro della ditta di recuperi subacquei
Sorima che usarono esplosivi innescati elettricamente per aprire il relitto.
l 1901 Grille Rimorchiatore Dislocamento 112 Tonn
Costruito per conto di una società tedesca, venne smantellato a Gibilterra nel
1949
l 1903 (25 maggio) Binh Thuan piroscafo da
carico costruito per conto della società francese Compagnie de Cabotage des
Mers de Chine, Lungo 75 m, largo 10,56 m, immersione 5 m, dislocamento 1799
Tonn, portata lorda 2200 ton, potenza della macchina 1050 Hp, velocità 10,65 nodi.
L'equipaggio di 23 uomini, sarà parzialmente sostituito ad Hong Kong da
marinai della zona
Venne
utilizzato per i trasporti tra il Vietnam e le altre nazioni dell'estremo
oriente
Nel
1909 passa alla Compagnie de Navegation et de Commerce d´Extreme Orient.
Nel
1914 diventa giapponese e cambia compagnia e nome in HEIJUN MARU ed infine nel1931 diventa cinese col nome
HWEI KONG. Nel secondo conflitto mondiale, nel 1942, viene catturata e
requisita dai giapponesi e chiamata Keiko Go
Dopo
una lunga attività é stata smantellata nel 1950
l 1904 Miramar piroscafo passeggeri-cargo,
costruito per l'omonima società spagnola, Lunga 82,2m larga 11m dotata di un
motore a triplice espansione,dislocamento 1724 Tonn. Si areno il 9 Febbraio
1918 sulle Carino Rocks presso Cadice
mentre percorreva la rotta Gijon-Cadiz carica di carbone.
l 1905 Italia piroscafo, fu costruito dal Cantiere della Foce per conto della
Compagnia La Veloce di Genova.
Prua
verticale, Dotato di due alberi, il piroscafo era stato originariamente
progettato per avere una velatura con funzioni ausiliarie, due fumaioli. Stazzava 5.018 tonnellate.
Sviluppava una velocità 13 nodi.
Effettuò
servizio nel trasporto di passeggeri e merci sulle linee del Nord America e
dopo sulle rotte del Centro e Sud America.
La
proprietà della nave cambiò numerose volte, e la compagnia venne coinvolta in
uno scandalo per violazione delle norme sull'emigrazione
Nel
1915, qualche tempo dopo l’ingresso dell’Italia nella prima guerra mondiale,
l'Italia fu requisito dalla Regia Marina e trasformato in nave ospedale, con
una capienza di 620 posti letto. L'Italia fu una delle poche navi ospedale
italiane a rimanere in servizio per tutto il conflitto.
Con
80 missioni effettuate e 48.426 infermi trasportati, l’unità fu la seconda nave
ospedale italiana del conflitto per missioni svolte (la prima fu l'Albaro, con
90 missioni) e la prima per numero complessivo di degenti trasportati. Venne
derequisita nel 1919
Il
piroscafo, venduto nel 1923 alla
SITMAR, venne impiegato sulle rotte mediterranee verso
l’Africa settentrionale. Nel 1931-1932 l'Italia passò alla Società anonima di
Navigazione Lloyd Triestino, che lo impiego anche per effettuare numerosi
viaggi in Mar Rosso, trasportando pellegrini musulmani diretti a La Mecca
Nel
1936 l'Italia venne utilizzato come trasporto truppe, compiendo vari viaggi in
Africa Orientale durante la guerra d'Etiopia
Nel
1943 i tedeschi lo sequestrarono, infine venne affondato nel 1944 durante un
bombardamento degli Alleati nel Porto Triestino. Nel dopoguerra venne
recuperato e demolito.
l 1908 (3 Agosto) Re Vittorio nave
passeggeri/cargo,costruita per la Società di Navigazione Generale Italiana, Lunga 145,3 m, larga 16,2 m, 2 motori a
quadrupla espansione per una velocità di
16 nodi. Dislocamento 7847 Tonn. Con la "Regina Elena" e "Re
Vittorio" costituiva una classe denominata "Classe Regale"
Poteva
imbarcare poco più di 1300 passeggeri. Le sistemazioni erano particolarmente
curate e la nave poteva offrire cabine lussuose
Le
tre navi della "Classe Regale" furono destinate alle rotte per il Sud
America principalmente coprendo la linea Genova, Napoli, New York alternata
alla linea Genova Sud America e furono le prime ad avere alloggi in grado di
competere con la concorrenza tedesca ed inglese. Negli anni1916-17 fu requisita dal Governo e divenne nave trasporto truppe. Nel 1918 venne ammodernata
e riprese il suo servizio di linea verso l'Argentina.
l 1909 (5 Maggio) Amalfi incrociatore corazzato.
Dislocante a pieno carico 10.600 t. Lungo 140,5, largo 21,1 m con una
immersione: 7,4 m
L'apparato
motore era costituito da 22 caldaie, 2 motrici alternative
2
eliche per una potenza totale di 20.000 HP che consentiva una velocità di 23
nodi 1560 t di carbone e 70 t di nafta
consentivano una autonomia di 2.672 miglia a 12 nodi. Corazzatura orizzontale:
51 mm, verticale: 200 mm, artiglierie: 160 mm, torrione: 180 mm.
Era armata con 4 pezzi da 254/45 mm, 8 pezzi da 190/45 mm,16 pezzi da
76/40 mm, 2 pezzi da 47 mm, 2 mitragliere,3 tubi lanciasiluri da 450 mm.
L'equipaggio era costituito da 587 uomini.
Unità
ben concepita e costruita, ma in breve superata dagli incrociatori da
battaglia. Dopo la sua entrata in servizio espletò servizio di squadra,
partecipò al conflitto italo-turco in Cirenaica, in Tripolitania e poi nel Mar
Egeo appoggiando gli sbarchi e le occupazioni delle isole del Dodecanneso.
All'entrata
in guerra dell'Italia nel 1915, fu trasferita a Venezia per appoggiare l'ala a
mare delle truppe operanti in quell'area. Il 7 luglio 1915era in mare per una missione esplorativa in forze
nell'alto Adriatico. Fu silurata dal sommergibile tedesco UB.14 che operava con
personale tedesco ma sotto bandiera austro-ungarica con il nome di U.26. La
compartimentazione subacquea studiata per resistere alle più modeste armi
dell'inizio del secolo, risultò inefficace per il siluro tipo G.125 da 450 mm,
con carica di scoppio da 140 Kg, lanciato dal sommergibile. La nave affondò in
pochi minuti perdendo 67 uomini dell'equipaggio.
l 1910 Città di Siracusa, l’unità faceva parte di
una serie di quattro veloci piroscafi passeggeri ordinati dalle Ferrovie dello
Stato . Era stato previsto nel progetto, in ragione della velocità
raggiungibile di 20 nodi, di utilizzarle come incrociatori ausiliari
aggiungendo i necessari armamenti. Dislocamento 3650 t., Lunga 110,79 m, larga:
12,83, pescaggio: 5,7 m. Apparato motore costituito da 2 Motori a tripla
espansione,
10
caldaie, 2 eliche per una potenza di 12.000 cv
Nel
11-12 la nave, requisita ed armata con 2 cannoni da 120/45 mm, venne usata nella guerra italo-Turca e fu inviato a pattugliare le coste egiziane.
Quindi fu di pattuglia lungo la costa libica partecipò al bombardamento di
Zuara Successivamente prese parte al convoglio che porto a Rodi gli 8000 uomini
delle truppe di occupazione italiane
Dopo
la fine della guerra il Città di Siracusa tornò al servizio di nave passeggeri.
Poco
prima del primo conflitto mondiale il Città di Siracusa fu nuovamente
requisito, armato con due cannoni da 120/40 mm e 6 da 76/40mm
L’incrociatore
ausiliario partecipò a diverse azioni durante la guerra principalmente nel mar
Adriatico contro le forze austroungariche.
Concluso
il conflitto venne derequisito e restituito alla società armatrice,
riprendendo il servizio civile.
Nell'anno
1931, il Città di Siracusa venne di nuovo requisito, e dotato di attrezzature
per la distillazione dell’acqua.
Durante
la campagna d'Etiopia nel biennio 1935-36, la nave venne inviata a Massaua per
fornire acqua delle truppe.
Radiata
il 19 maggio 1938, la Città di Siracusa venne demolita successivamente avviata
alla demolizione.
l 1911 Tevere piroscafo passeggeri/cargo,
Dislocamento 2666 Tonn lungo 98,1 m,
largo11,8 m, dotato di macchina a tripla espansione per una velocità di 12
nodi. Prestò servizio sotto bandiera italiana fino al 1913 quando venne venduto
alla Marina Russa.
Silurato
e affondato dal sommergibile U45 di base
a Costantinopoli presso Poti nel Mar nero il 31/8/1916
l 1913 Splendor , petroliera costruita assieme
alla gemella Lampo per conto della SIAP - Soc. Italo Americana per il Petrolio
(diventerà ESSO nel 1950) , dislocamento 6507Tonn, lunghezza 125,2 m, larghezza
16,7 m, dotata di un apparato motore a quadrupla espansione. Trasporta il
petrolio e la benzina usati sia per usi domestici sia per la nascente industria
automobilistica ed aeronautica italiana.
Passò
nel 1917 di proprietà de “La Columbia” Società Marittima per Trasporto di
Petrolio e Derivati. Venne demolita a Genova
il 27-11-1932
l 1913 Lampo vedi Splendor
l 1911 (14 Ottobre) Leonardo da Vinci nave da
battaglia gemella della Giulio Cesare e della Conte di Cavour. Costruita su
progetto sviluppato dal Generale Masdea, era dotata di un doppio fondo a
struttura cellulare al di sopra del quale vi era un triplo fondo completo per
la protezione dai danni da mina o siluro. Lo scafo era dotato numerosi
compartimenti stagni e da quattro paratoie stagne orizzontali e 19 trasversali.
Motto
dell' unità ricavato da uno scritto di Leonardo: «Non si volta chi a stella è
fiso»
Dislocava
a pieno carico: 25.086 Tonn. Lunga: 176,1, Larga 28 m con una immersione di 9,4
m. L'apparato motore era costituito da 20 caldaie venti caldaie Blechynden, di
cui otto con combustione a nafta e dodici con combustione mista carbone e
nafta, 3 turbine Parkinson e 4 eliche, per una potenza di 31.000 Hp, il che le
consentiva una velocità di 21,5 nodi.Le
riserve di combustibile erano costituite da 570 Tonn. di carbone e 350 Tonn. di
nafta che le permettevano una autonomia di 4.800 miglia
la
corazzatura aveva spessori: in verticale di 250 mm, sul ponte di 111 mm, nelle artiglierie di 280 mm, nel torrione di 280 mm.
L'armavano
13 cannoni da 305 mm. distribuiti in cinque torri, delle quali due a poppa, una
al centro, e due a prora disposte lungo l'asse di simmetria in modo da avere
sempre 5 bocche da fuoco disponibili sia verso prora che verso poppa; 18 pezzi
da 120/50 mm, 16 pezzi da 76/50 mm, 6 pezzi da 76/40 mm, 3 tubi lanciasiluri da 450mm.
L'
equipaggio era composto da 1100 uomini
L'attività della nave
durante la prima guerra mondiale fu inesistente, non avendo mai avuto
possibilità d'incontro con l'avversario.
La
nave andò perduta il 2 agosto 1916 mentre era all'ancora nel porto di Taranto a
seguito di una esplosione che fu attribuita
ad un sabotaggio nemico (Non definitivamente provato). Il Ministero
della Marina emise il seguente
comunicato:
“La
sera dei 2 agosto, sulla R. nave Leonardo da Vinci, ancorata al sicuro da ogni
possibile insidia guerresca del nemico, si manifestava un incendio in locali
attigui al deposito delle munizioni di poppa. Con lodevole prontezza di
decisione, il Comando di bordo provvedeva all'immediato allagamento delle Sante
Barbare, impedendo così la distruzione della nave.
Però,
in seguito a successiva esplosione, si determinava una lacerazione della
carena, con conseguente via d'acqua, per effetto della quale la nave si
appoggiava sul fondo (profondità del mare metri 11,50).
La
rapida organizzazione dei soccorsi valse a trarre in salvo buona parte del
personale.
Sopra
34 ufficiali e 1156 uomini di equipaggio scomparvero, vittime del loro dovere
21 ufficiali e 227 uomini d'equipaggio”
Tre
anni dopo, con l'intento di recuperarla
per ricostruirla, la nave
capovolta venne riportata a galla, portata in bacino, resa stagna,
condotta di nuovo in mare, riportata in
assetto normale ed reimmessa nell'arsenale. Una valutazione successiva della
possibilità di ricostruzione portò a radiarla definitivamente nel 1923.
l 1914 Marco Antonio Colonna superdreadnougt.
Alla vigilia della guerra 1915-18, venne ordinato al cantiere navale della
Foce, la costruzione della superdreadnougt Marc'Antonio Colonna di 32.000 ton.
I lavori vennero sospesi ed il contratto annullato per le radicali modifiche
subite dal programma navale.
l 1915 (24 Marzo) Rosolino Pilo
Cacciatorpediniere. Progetto Pattison-Odero derivato dalle della classe
Indomito, evidenziando doti di robustezza e ottime qualità marine. Dislocamento
770 Tonn, Lungo 73 m, largo 7,3 m con una immersione di 2,7 m. L'apparato
motore era costituito da:4 caldaie, 2 turbine, 2 eliche. Potenza 16.000 Hp,
consentiva una velocità di 30 nodi
150
ton. di nafta consentivano una autonomia
di 2.400 miglia a 12 nodi
Era
armato da 4 pezzi da 76/40 mm , 2 pezzi da 76/30 mm , 4 tubi lanciasiluri da
450 mm. Dopo il 1918 l'armamento fu
modificato in 5 pezzi da 102, 2 da 40 e 4 tubi lanciasiluri da 450; fu
aumentato anche il dislocamento a pieno carico che passù da 800 a 900
tonnellate
Nel
corso della guerra prese parte, spesso assieme al Nievo, ad azioni in supporto
agli attacchi effettuati dai MAS contro la Marina Austroungarica, Negli ultimi
anni di attivita fu declassato a dragamine. Fu radiato nel 1954
l 1915 (25 Maggio)
Giuseppe Cesare Abba
Cacciatorpediniere Apparteneva alla
ILclasse Rosolino Pilo. Prese parte a numerose azioni in Adriatico tra cui alla
cosiddetta Beffa di Buccari, venne coinvolta in una collisione fra imbarcazioni
in cui perse un uomo dell' equipaggio ed in un incidente in cui durante una
esercitazione il caccia Pissori sperono in sommergibile F24 causandone la
perdita con tutto l' equipaggio.
Continuò
l'attività nella II guerra mondiale finché finchel1953 ormai diventato obsoleto
fu classificato dragamine meccanico costiero. Radiato nel 1958
l 1915 (24 Luglio) Ippolito Nievo,
Cacciatorpediniere, Apparteneva alla classe Rosolino Pilo. Radiato nel 1938
l 1915 (11 Settembre) Simone Schiaffino,
Apparteneva alla classe Rosolino Pilo. Prese parte a numerose azioni in Adriatico.
Il 24 aprile 1941, mentre effettuava l'attività nelle acque prospicienti Capo
Bon, la Schiaffino urtò di poppa una mina appena posata da unità italiane,
saltò in aria e affondò rapidamente trascinando con se gran parte
dell'equipaggio.
l 1917 (Luglio) Castore
cargo per trasporto minerali, costruito per la società ILVA.
Dislocamento
1016 ton, lungo 62,3 m, largo 9,7 m. Dotato di macchina a tripla espansione,
velocità 8,5 nodi
Passò
nel 1919 di proprietà alla Lloyd Mediterraneo per ritornare alla Ilva nel 1927
Venne
affondato nel corso della 2° G.M. a San Remo l’8.8.1944 da un bombardamento aereo
l 1917 ( Agosto) Polluce gemello del Castore
caratteristiche identiche. Venne affondato nel corso della 2° G.M. a Messina i il 25.5.1943 per bombardamento aereo
l 1918 ( Maggio) Nicolò O II Cargo Dislocamento 5473 t, lunghezza 120 m,
larghezza 15,8 m. Apparato motore a tripla espansione per una velocità di 9,5
nodi
proprietario
inizialmente fu lo stesso Odero, successivamente la nave venne venduta numerose
volte finché nel 1941 fu requisita dal Governo USA che la restituì nel 1948
dopo altri passaggi venne demolita a Savona il 16.11.52
1918 ( Novembre) Bolzaneto
cargo costruito per il Lloyd Mediterraneo con dislocamento di 2219 t, lunghezza
87 m, larghezza 12,5 m. Una macchina a tripla espansione per una velocità di
8,5 nodi. Venne ceduto alla Ilva nel 1927.Venne affondato da un siluro lanciato
dal sommergibile Sportsman tre miglia ad ovest di Punta Mesco il 29-6-1943
l 1919 (Ottobre) Teresa O. Cargo costruito da
Odero per una propria azienda,
Dislocamento da 5829 t lungo 120,6 m, largo 15,2 m, apparato motore a
tripla espansione.
Venduto
nel 1923 al Lloyd Mediterraneo, prese il nome Valperga. Demolito nel 1933
l 1920 Ida Z. O. Cargo costruito da Odero per una propria azienda. Dislocamento 5783 t, lungo
117,6 m, largo 15,7 m, apparato motore a tripla espansione. Mutò ragione
sociale ma sempre con aziende di
proprietà Odero.
Tinche
nel 1941 diventò proprietà per requisizione del Governo USA con il nome Macbeth. Affondò a 76.05N
-10.00E il 13.9.42 colpita da un siluro lanciato da un aereo.
l 1921 (21 maggio) La Foce Cargo costruito da
Odero per una propria azienda.
Dislocamento 2497 t, lungo 87,4 m, largo 12,6 m, immersione 8,7 m apparato
motore a tripla espansione di 115 Hp velocità 10 nodi. Venne acquistato dalla
Ilva per il trasporto dei propri prodotti nel 1926.Venne affondato con un
siluro dal sommergibile inglese HMS UNIVERSAL a
largo di Punta Manara (44.15N/9.18E) il giorno 18.12.43
la
società Sorima lavorò sul relitto per recuperare il carico costituito da lastre
di acciaio.
l 1921 (21 Giugno) Lido Cargo costruito da Odero
per una propria azienda. Dislocamento
1144 t, lungo 63,5 m, largo 9,8 m, apparato motore a tripla espansione . Venne
acquistato dalla Ilva per il proprio uso nel 1926
A Civitavecchia il 14/5/1943 la nave è stata
affondata per utilizzarla come cassone
l 1922 (22 Gennaio)
Sturla Cargo costruito da Odero per una propria azienda. Dislocamento 1166 t, lungo
63,2 m, largo 9,8 m, apparato motore a tripla espansione e turbina di bassa
pressione della Helsingors Jernskibs Og, velocità 9 nodi . Venne acquistato
dalla Ilva per il proprio uso nel 1926
Venne
venduto alla Ditta Messina dal 1933 al 1940 è a Copenaghen come SS Estrid e
successivamente a Marina Italiana che lo utilizzo come nave trasporto munizione
fino al 1943 anno nel quale il 6/7/43 venne affondato dal sommergibile Saracen
15 miglia a sud della Capraia
l 1925 (25 Febbraio) Nicolò Odero Cargo costruito
da Odero per una propria azienda.
Dislocamento 6002 t, lungo 120,0 m, largo 15,7 m, apparato motore a tripla
espansione velocità 9,5 nodi .Mutò ragione sociale ma sempre con aziende
di proprietà Odero. Bombardato da un
aereo a 40nm da Tripoli il 13.9.41, si
arenò sulla spiaggia a 5 miglia a Ovest
di Zuara esplose il 14 a seguito
dell'incendio, stava trasportando munizioni da Napoli a Tripoli.
l 1925 (25 maggio) Motol Bettolina (Bunker Barge)
costruita per la Francia 268 t, passò nel 1953 alla N.E. Vernicos greca e nel 1955 alla marina greca
Venne
colpita da fulmine e distrutta il 16.12.76
l 1927 ( 27 Gennaio ) Teresa Odero Cargo
costruito da Odero per una propria
azienda. Dislocamento 8189 t, tonnellate di portata lorda 10990, lungo 133,8 m,
largo 17,7 m, apparato motore 2 Diesel, velocità 10 nodi. Nel 1930 è stata
modificata per portare anche liquidi.
Nel 1943 diventa argentina con il nome Quilmes
demolita a Buenos Aires nel
1965.
l 1928 (28 Ottobre) Ichnusa Piroscafo
passeggeri/cargo, costruita per la C.ia Sarda di Armamento e Navigazione.
Dislocamento 1242 t, tonnellate di portata lorda 868, lunga 69,1 m, larga 10,1,
macchina a triplice espansione, velocità 11 nodi.
Viene
ceduta nel 1937 alla Tirrenia SA di Navigazione
Durante
la II Guerra Mondiale viene requisita e usata come dragamine magnetico con
sigla DM16. Rimase danneggiata durante l'operazione del 30 aprile 1943 quando
riuscì a far brillare due torpedini. Venne affondata in seguito all'armistizio
e recuperata per continuare il servizio mercantile. Alla fine degli anni '50 fu
utilizzato sulla linea Genova, Sardegna, Tunisi, Pantelleria e Sicilia fino al
1971, anno in cui venne disarmato e demolito a Vado Ligure.
l 1929 (29 Settembre) Almirante Brown incrociatore corazzato
La
Marina Argentina bandì un concorso internazionale per la costruzione di
incrociatori leggeri simili per
armamento e velocità ai tipi cosiddetti « Washington », ma di
dislocamento minore.
Fu
prescelto, tra le ditte europee e dell'America del Nord, il progetto dell'Ing. Luigi. Orlando, presidente della
Società che gestiva il cantiere Orlando. Delle due navi ordinate: una, il 25 de
Majo fu impostata nel cantiere di Livorno, e l'altra l'Almirante Brown nel
cantiere della Foce.
Le
due navi vennero rispettivamente varate l'11 agosto e il 29 settembre. Esse
conciliavano un ottimo complesso dí caratteristiche tattiche e strategiche.
La
Brion (e la sua gemella) con 8.700 ton. di dislocamento a pieno carico era
lunga 165,6m , larga 17,30m , con un'immersione 4,95 m.
L'apparato
motore era costituito da turbine Parsons a ingranaggi, servito da sei caldaie
Yarrow; poteva raggiungere una potenza di 85000 Hp e una velocità dì 32 nodi;
nelle carboniere era stivata una riserva di 1800 ton. di carbone, sufficiente
per coprire un raggio di azione di 8.000 miglia alla velocità di crociera di
14,5 nodi.
La
protezione dello scafo era assicurata da una cintura di corazze che dal ponte
principale scendeva fino a 0,50 m sotto
la linea di galleggiamento; sul ponte di coperta aveva uno spessore di 30 cm le
torri erano rivestite da 50 cm di corazzatura.
L'armamento
comprendeva: 6 cannoni da 190 mm distribuiti in tre torri delle quali due a
poppavia dell'albero e una a proravia;
12 da 100mm. accoppiati in sei torri, tre da ciascun lato, infine 6 da 40 mm.
antiaerei, 6 tubi lanciasiluri, 2 aeroplani con una catapulta. L' equipaggio
era costituito da 600 uomini.
Queste
caratteristiche le rendevano superiori alle navi di altre nazioni di categoria
analoga.
In
un giorno dell'ottobre 1941,
l'incrociatore Almirante Brown
investì il cacciatorpediniere Corrientes della stessa nazione.
L'incrociatore
speronò il caccia in tal modo che questo, per un certo tempo, rimase
letteralmente appeso alla nave più grossa, dando cosi modo a quasi tutto
l'equipaggio del caccia di porsi in salvo.
Il cantiere della Foce ed il Quartiere della Foce
Negli
anni successivi al primo conflitto mondiale, a causa della espansione della
città di Genova le aree occupate dal cantiere della Foce divennero essenziali
per fornire gli spazi necessari alla edilizia residenziale, per contro il
cantiere avrebbe avuto la necessità di
trovare altri spazi per ospitare nuove costruzioni di maggior stazza.
Il cantiere della Foce circondato dalle case |
BIBLIOGRAFIA
Il cantiere navale
della Foce Eugenio Bucci 3.
ed. completamente rifatta con prefazione del prof. Comm. Orlando Grosso
Il cantiere della Foce sotto
Napoleone dal Raccoglitore Ligure del 1933, rielaborato e annotato dal Sig.
Daniele Cagnin
Sito Marina Militare Italiana
Sito Wikipedia Italiana
Sito Wikipedia international
Sito Miramar Ship Index New
Zealand
Sito Vivilargentina.com
Sito Vida Maritima
Sito Oceania Pbworks
Sito Threedecks.org
Fototeca del Comune di Genova
Fototeca della Fondazione
Ansaldo
Fototeca Biblioteca Servitana
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