Severino Fossati
Tra la fine del ‘600 e l’inizio del '700 fu formulato un progetto di difesa militare che interessava particolarmente
la Foce: si trattava di costruire una diga tra la collina di Carignano e quella
di Albaro, poco a monte del Lazzaretto e
che in caso di bisogno poteva essere chiusa, formando un lago che avrebbe
impedito agli eventuali nemici di accedere alla città da levante.
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Progetto della diga |
Questa diga,
nel progetto, era costituita da un ponte nell’area del torrente, ma le arcate potevano essere chiuse qualora la situazione lo avesse richiesto. Come si vede dal progetto, questo muro aveva un camminamento protetto, un rivellino verso il mare. Per la fortuna degli ortolani della zona non fu mai realizzato, anche perché esistevano le note complesse difese chiamate fronti basse costruite in
concomitanza con l’edificazione della cinta muraria del ’600. In effetti la
zona in quegli anni fu interessata da eventi bellici che preoccuparono non poco
le autorità della Repubblica: durante il noto bombardamento navale del 1684, le
truppe francesi di Luigi XIV tentarono due sbarchi. Il primo sulla spiaggia di
Sampierdarena, e il secondo presso la Foce del Bisogno, ma furono respinti in
ambedue i casi. Alla Foce vi erano le batterie della Cava che potevano battere
le imbarcazioni in avvicinamento, mentre quelle di Portiglielo, che si trovava
sopra l’oratorio delle Anime, potevano colpire i nemici sulla spiaggia.
Durante la guerra di successione austriaca,
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Schieramento delle truppe (1747) |
dopo la cacciata degli Austriaci, a seguito del famoso episodio del Balilla del
1746, le truppe austriache attaccarono Genova nella notte tra il 12 e i1 Giugno 1747: arrivando da nord una colonna
scese dalla sella di Bavari in direzione del Bisagno, mentre un’altra colonna
arrivò a Torrazza. Da Bavari arrivarono a Sturla e a San Martino. Terminato
l’effetto sorpresa, si fermarono lungo una linea difensiva costituita da via
san Nazaro e via Lavinia che mettevano a disposizione gli alti muri tuttora
esistenti delle ville padronali. La linea difensiva di via Lavinia iniziava
dalla batteria di san Bernardo oggi Punta Vagno; le due linee si univano poi
fino al santuario della Madonna del Monte ed includeva le batterie di santa
Tecla. E qui, dopo vani tentativi di sfondare, finì poi l’assedio in quanto i
Francesi tentarono l’invasione del Piemonte attraverso il passo del Monginevro
(battaglia dell’Assiette Luglio 1747) e quindi gli Austriaci furono costretti a
ritirarsi ed accorrere in Piemonte. Della situazione militare durante l’assedio
esistono disegni, ma il più interessante è un acquarello che riporta anche gli
edifici dei sobborghi: si può vedere che in quell’epoca la Foce era già quasi
tutta edificata: sembra mancare l’edificio più vicino al mare e quindi manca
via del Gambero, e le case lungo l’attuale salita Fogliense: probabilmente manca
proprio la salita, in quanto la chiesa di san Pietro è ancora presso le case,
sulla spiaggia. Sono pure presenti due case del borgo di Rivale, presso
l’angolo di nord-ovest del Lazzaretto.
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