Severino Fossati
Questo borgo oggi non esiste più: si trovava in via Cecchi, all’incrocio con l’attuale via Finocchiaro Aprile.
Insediamento antico su pianta attuale |
Il Borgo prendeva
il nome dalla sua posizione presso la riva del Bisagno, come d’altra parte la
via omonima che correva presso gli argini del ‘500; oggi via Rivale è limitata
a Borgo Pila, ma in origine iniziava praticamente dal mare. Dalla veduta del
Grassi (1481) non si riesce a capire se allora esisteva o meno, perché si
vedono case isolate una delle quali, forse casualmente, può rappresentare un
insediamento primitivo. Solo con la presenza del Lazzaretto è facilmente
identificabile nelle vedute successive: infatti il Borgo si trovava presso
l’angolo di nord-ovest della cinta. Nella rappresentazione del Baratta (1637)
infatti, è costituito da due abitazioni. Si trattava comunque di un piccolo
gruppo di case che sono ben visibili nella incisione disegnata dal Torricelli
nel 1782.
Torricelli 1782 Nella mappa catastale del 1808 |
Nel 1799, nella
zona di Rivale, esiste un oratorio
dedicato a Nostra Signora del Divino Amore. C’è da notare però, che già nel
documento relativo alla sistemazione dell’Acqualonga
del 1630 (vedi Appendice), si dice che il canale dei mulini attraversa il muro
di cinta di ponente tra due chiese, di
cui una è quella del Lazzaretto e l’altra presumibilmente è quella
dell’oratorio in questione. Inoltre, nella rappresentazione del Torricelli vi è
una costruzione che può essere una chiesetta. Ancora negli anni ’50 del
Novecento, lungo i resti del muro di cinta del lazzaretto, ove erano i lavatoi,
la via si chiamava della Cappelletta. Non si hanno altre notizie dell’Oratorio,
probabilmente nel periodo francese, fu chiuso come accadde a molti altri, ma
forse riaprì dopo la Restaurazione del 1815. Comunque il Borgo per quanto
riguarda la giurisdizione della Chiesa, dipendeva, come il Borgo della Foce,
dalla parrocchia dei SS. Nazario e Celso fino al 1797, e poi, per pochi anni,
dalla parrocchia di san Pietro e quindi, fino alla sua distruzione, dalla
parrocchia dei SS. Pietro e Bernardo.
Dalla cartografia
che inizia con l’800, appaiono due piccole abitazione ed una grande che
verranno abbattute solo con la scomparsa del Borgo.
Durante la presenza
dei galeotti nei locali del lazzaretto, nel 1865 uscì il progetto
Argenti di
una via che doveva collegare il cantiere con la nuova via Minerva: la
nuova via, che fu chiamata della Libertà probabilmente perché costruita dai
galeotti, determinerà in seguito l’orientamento delle altre vie e delle
perpendicolari nel progetto urbanistico della piana. Fu costruita a livello
della piana stessa, risultando in leggera discesa verso il mare. Alla fine
della via, all’incrocio con via Ruspoli, vi è forse il punto più basso di tutte
le sedi stradali della Foce, dove è più facile il formarsi di allagamenti in caso di alluvioni.
Nel progetto, la strada
terminava simmetricamente con due piazze, ma solo quella a monte fu realizzata,
piazza Paolo da Novi. Gli edifici previsti furono quasi tutti costruiti prima
della fine del secolo.
Progetto Argenti del 1865 |
Con il Piano
Regolatore del 1874,
il Borgo veniva conservato: nel piano si vede che
era già costruito un palazzo dell’attuale via Finocchiaro Aprile, all’angolo
con via Maddaloni e che erano state aggiunte nuove costruzione al vecchio
Borgo, una piccola casa su via Rivale e un palazzo di cinque piani, con due
ingressi che chiudeva la piazza del Popolo allora in formazione (il casone) che prendeva lo spazio oggi
occupato dalle vie Cecchi e Ruspoli. Infatti iniziava presso la cinta del
cantiere, da cui era separato dalla via della Cappelletta ed arrivava alle
costruzioni dell’attuale via Ruspoli, lasciando uno stretto passaggio.
Dal P.R. si vede che molte abitazioni di via della Libertà
sono già state
costruite. Le nuove abitazioni compreso il casone
erano di tipo molto popolare e
certamente alcune furono utilizzate dai lavoratori del cantiere la cui attività si sviluppò dopo che l’area
era diventata di proprietà municipale. In queste vie si svilupparono anche le
cosiddette attività indotte del cantiere, specialmente osterie o trattorie:
infatti ancora in tempi recenti era abbastanza elevato il numero di questi
esercizi nelle vie della Libertà e di via Finocchiaro Aprile. Ai primi del ’900
la piazza del Popolo era attraversata dalla strada che proveniva dalla Foce e
ripresentava chiusa a levante da costruzioni di sei piani come si vede nella
fotografia. In essa è visibile il primo palazzo di via Casaregis (parte
alberata) di ponente, il primo di via della Libertà, angolo di levante con via
Ruspoli, mentre è in costruzione il civico 35 di corso Torino.
Il casone |
Dopo la prima Guerra
Mondiale, riprese l’opera di trasformazione e soprattutto di edificazione della
zona: tra il 1928 ed il 1933 fu parzialmente coperto il Bisagno (fig. 6). Il
completamento avvenne nel 1935.
Piano del '35 |
Dalla situazione
illustrata dal progetto Argenti del 1865 e quella del 1935, si osserva che
nella ex via Rivale, via Finochiaro Aprile, lato verso il Bisagno, non è
cambiata molto: si trattava di magazzini e piccole officine. Ma negli anni che
precedono il conflitto, inizia la demolizione di questi insediamenti, specie
nella parte più a nord; agli inizi della
guerra la situazione si congelò (fig. 7). Alla fine della guerra, quindi, il
vecchio borgo era ancora lo stesso, ma con il completamento del piano Daneri,
il Borgo Rivale fu cancellato. Tutta l’area circostante divenne parrocchia della nuova chiesa di
S.Maria dei Servi, costruita in via Cecchi, e consacrata nel 1972, dopo che la
vecchia chiesa, situata in via dei Servi, venne distrutta dai bombardamenti.
APPENDICE:
E prima circa il decorso dell'aqua chiam.a l'aqua longa quale corre
al mezzo il lazzaretto, e va a sbocare verso il bisagno fuori di detto lazaretto farà tal fabrica e la riddurrà a segno tale che detta aqua corrirà in modo che non causarà fetore nè mal aria come pare che facci al ponte et darà al luogo osia letto in quale d.a aqua corre declivo tale che possa dal molino sin al sbocco in bisagno correre senza impedim.to veruno et perciò alzarà et impirà in quelli luoghi e parte dove sarà di bisogno; l'astrigarà dal detto molino fino al principio del lazzaretto di pietre a risolo e dal detto principio del lazzaretto sino al sbocco della detta aqua in bisagno l'astricarà di chiapasoli in modo che habbi detta aqua libero e spedito il suo corso e finalm.te perché detta aqua corra come sopra si obliga di fare tutti quelli lavori che fussero di bisogno e di più una cataratta finita di tutto ponto in q.la parte dove si stimarà più a proposito e sopra detta aqua longa nel sito fra le due chiese del lazzaretto farà un volto con sopra l'astrico di chiapassoli finito di tutto ponto. E perché le stanze che sono da basso al piano sono humide farà tutto quello che remediarle le sarà comandato.
Rosa Elisa Giangoia
Grande era la rivalità tra i giovani dei due rioni, come testimoniano le pagine di Carlo Otto Guglielmino in Genova sentimentale (Edizioni Siglaesse, Genova 1961) che riproduciamo sotto.
I RAGAZZI DI BORGO RIVALE E QUELLI DELLA FOCE
Rosa Elisa Giangoia
Grande era la rivalità tra i giovani dei due rioni, come testimoniano le pagine di Carlo Otto Guglielmino in Genova sentimentale (Edizioni Siglaesse, Genova 1961) che riproduciamo sotto.
Buongiorno. Se ho capito bene, esisteva un rivo che alimentava un mulino (posto circa all'inizio di C.so Torino angolo Ruspoli, lato Ponente) che scaricava al Bisagno passando per il Lazzaretto. Ho sempre notato in quartiere la accentuata inclinazione nella scuola di Piazza Palermo e seguendo, dei condomini 2 - 4 e 6 di Via Pareto e sopratutto quella del 12 di Casaregis. Ipotesi: è possibile che questi cedimenti, ormai consolidati, siano dovuti al riempimento con terra di riporto del letto del rivo in questione che col peso si è compattata ? Una cosa è certa, se esisteva un mulino doveva esserci un canale che lo alimentava (con caduta). Vorrei sapere la sua opinione e se ci sono tracce nella bibliografia. Grazie
RispondiEliminaIl corso d’acqua che nel ‘600 era detto Aqualonga: penso che arrivasse da quella fonte menzionata dalla lapide posta presso la scalinata di via Saluzzo. Scendeva verso il mare presso a poco lungo corso Torino lato levante, giunto alla curva della Crosa storta della Foce (vico chiuso L.Pareto) alimentava i mulini per poi dirigersi verso il lazzaretto. Altro canale dai mulini dirigeva verso le case di Rivale. Lo si vede dalla carta del Catasto del 1808, francese, ove il primo è chiamato Canal des moulins, il secondo Canal de Rivale. Per quanto riguarda il salto bisogna ricordare che la Piana non era completamente pianeggiante, ma era abbastanza ondulata, in discesa verso il mare: lo si può osservare guardando i livelli degli spazi tra i palazzi sia di via Casaregis sia di Corso Torino. Per quanto riguarda la stabilità degli edifici va ricordato che si tratta di un terreno alluvionale, ricco d’acqua oggi tombinata, che però con il tempo si disperde. Vedi allagamento cantine.
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