domenica 17 novembre 2019

IL GROSSO DEI MILLE SI IMBARCO' ALLA FOCE



Gian Carlo Moreschi

Abito alla Foce da sempre e da molti anni mi sono appassionato alla sua storia e ho potuto “scoprire” la centralità della Foce nella vicenda della Spedizione dei Mille.
Il vedere riconoscere (soprattutto a partire dal 2009) questo grande torto della storiografia ufficiale è stato indubbiamente piacevole. Tanti potranno ritenere questa affermazione priva di sostegno storico ma in realtà vi sono ben cinque riferimenti a confermarla. Eccoli.
Giuseppe Cesara Abba, uno dei Mille, nel suo Da Quarto al Volturno, descrivendo la ricerca di una madre del figlio garibaldino per convincerlo a non partire, dice «corse di qua, di là, da Genova alla Foce, dalla Foce a Quarto, chiedendo, pregando, e tanto fece che lo trovò». Questo ad indicare come questi due luoghi fossero i punti di concentramento dei volontari.
Raffaele Rubattino, armatore delle due navi “Piemonte” e “Lombardo” in una lettera afferma: «Alla domenica mattina mi svegliano e mi dicono che nella notte erano stati presi in porto due nostri vapori, il Lombardo e il Piemonte; che erano partiti con circa 1000 persone, che si erano imbarcate fuori dal porto alla Foce».
Federico Donaver, storico genovese, nel suo Spedizione dei Mille riferisce: «Assestate le cose a bordo, accese le macchine, verso le 2 antimeridiane del 6 vapori si staccarono, il Lombardo a rimorchio del Piemonte, perché in quello la macchina non funzionava ancora regolarmente, e uscirono dal porto senza trovare incagli di sorta. Fuori da porto s’imbatterono in una barca sulla quale era Garibaldi che impaziente era venuto loro incontro e salì a bordo del Piemonte, poi dalla Foce in su trovarono molte barcaccie nelle quali erano volontari, il carbone, le provviste, delle armi e delle munizioni, imbarcando ogni cosa. Arrivarono finalmente rimpetto a Quarto, dove si avvicinarono quanto era possibile alla spiaggia per imbarcare il grosso della spedizione e lo stato maggiore della stessa».
Nino Bixio, nel suo Diario, scrive: «Alla Foce uomini 150, Bogliasco 20, Villa 120», facendo probabile riferimento a Villa Spinola.
I pescatori della Foce, infine, per il Cinquantenario della Spedizione, ritennero di apporre una targa commemorativa che ora si trova sulla Casa dei Pescatori in prossimità del ristorante nella omonima via.
Il perché in realtà si sia voluto enfatizzare Quarto, lasciando la Foce nell’oblio, solo gli storici potranno dirlo. Ristabilire la verità potrebbe essere un valido inizio.
Articolo già presente sul Secolo XIX del 7 gennaio 2010

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