martedì 16 ottobre 2018

I CANTAUTORI ALLA FOCE


Rosa Elisa Giangoia

A partire dagli anni Sessanta del secolo scorso nasce e si sviluppa a Genova un movimento culturale ed artistico incentrato sulla canzone d’autore in italiano.
Erano tutti artisti nati o trasferitisi nell’infanzia a Genova dove erano cresciuti musicalmente. Erano soliti, specie agli inizi, ritrovarsi nel quartiere della Foce, in particolare, nel bar latteria "Igea" (che ispirò a Gino Paoli la canzone Quattro amici al bar del 1991), in via Casaregis all’angolo con via Cecchi (poi diventato Roby Bare oggi e Mini Mixing Bar) e sulle panchine dei giardinetti antistanti l’allora cinema Aurora.
I nomi che poi si affermarono maggiormente sono quelli di Umberto Bindi, Fabrizio De André, Sergio Endrigo, Bruno Lauzi, Gino Paoli, Giorgio Calabrese e Luigi Tenco. Determinante fu il contributo dei fratelli Gian Franco e Gian Piero Reverberi, musicisti ed arrangiatori, anche loro della zona, che aiutarono diversi cantautori della prima generazione ad introdursi nell’ambiente milanese con esibizioni e contratti, soprattutto tramite Nanni Ricordi. Si può aggiungere Riccardo Mannerini come autore di testi.
Questo movimento rappresentò una profonda innovazione rispetto all’imperante canzone melodica e sentimentale dominante nel panorama musicale italiano per l’uso di un linguaggio diverso, più realista, vero e autentico, adatto ad affrontare anche nuovi argomenti di carattere politico e sociale, e per un diverso approccio alle tematiche individuali e sentimentali che risentiva dei toni dell’esistenzialismo francese.
Tema ricorrente nelle canzoni è il mare che assume complesse valenze metaforiche.
Questi artisti dimostrano una più ampia cultura, sia letteraria che musicale, che risente della poesia contemporanea (Sbarbaro, Pavese, Caproni), della letteratura francese ed inglese del Novecento (Sartre, Queneau), di suggestioni anarchiche (Tenco, De André, Paoli) e liberali (Luzi), della musica francese (Aznavour, Brel, Brassens, Cohen) e successivamente anche di autori americani (Antologia di Spoon River), esponenti del folk statunitense (Bob Dylan) e autori della Beat Generation (Ginsberg, Kerouac, Burroughs, Corso). Tutto questo, grazie anche al fatto che Genova era punto d’arrivo della musica d’importazione, dagli Stati Uniti e dalla Francia.
Successivamente sono entrati nel novero anche altri cantautori genovesi, come Vittorio De Scalzi (coautore di testi con Fabrizio de André), i New Trolls, i Ricchi e Poveri, i Matia Bazar, Ivano Fossati, Francesco Baccini, Max Manfredi, Federico Sirianni e Cristiano De André.
Oggi importanti testimonianze e interessanti ricordi si possono trovare nel negozio, emporio e museo, Viadelcampo29rosso.


BIBLIOGRAFIA
Cinzia Comandé e Roberta Bellantuono, Genova per noi, Arcana, 2014; 
Sebastiano Ferrari, La prima generazione dei cantautori "scuola genovese", Bastogi, 2008;
Giangilberto Monti e Veronica di Pietro, Dizionario dei cantautori, Garzanti, 2004; 
Marzio Angiolani e Andrea Podestà, Genova. Storie di canzoni e cantautori, Editrice Zona, 2011.

GENOVA
(Foce 1946)

Dove il Bisagno si faceva mare
una lattina vuota si gettava
-acquatico birillo- a navigare
nave corsara tra le opposte rive
da cui io vigilavo non passasse:
per affondarla le tiravo sassi
sempre più grossi
man mano che avanzava
risospinta da spuma di risacca
e quando la battaglia terminava
e mi gloriavo fosse stata vera
giorno non era
e non ancora sera…

Così,
contro un nemico inesistente
m’allenavo alla vita
che più tardi
sarebbe parsa ancor più inconsistente.

Bruno Lauzi


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