Severino FOSSATI (Presidente ISCUM
– Istituto di Storia della Cultura Materiale)
&
Daniele
CAGNIN
La Foce vista dalla Madonna del Monte in un quadro del 1841 (Milano, UBI Banca) |
La chiesa dei SS. Nazario e Celso e il
Borgo della Foce
Una notizia che
riguarda l’antico borgo della Foce è
quella che riporta il Giustiniani1nei suoi Annali: riferisce che la chiesa2dei santi Nazario e
Celso, stando all’opinione diffusa ai suoi tempi, era quella in cui fu
celebrata la prima messa pubblica in tutta Italia. Ovviamente la notizia è poco
credibile, sta di fatto però che nel 1535 la Rettoria di SS. Nazario e Celso
comprendeva Albaro e la piana del Bisagno e quindi anche il borgo dei pescatori
della Foce con otto o dieci case, probabilmente separate come appare nell’iconografia
di Alessandro Baratta (secolo XVII).
La chiesa di San Pietro
Nel XVI secolo vi era una cappella3dedicata a san Pietro, protettore dei pescatori, e come le altre costruzioni era edificata praticamente sulla spiaggia che era un po’ sopraelevata rispetto al bagnasciuga a causa dello scalino naturale che compare nelle spiagge sassose, dovuto all’azione delle onde del mare in burrasca che accumulano le pietre. Questo scalino è raramente superato dal mare, solo con l’azione del vento l’acqua riesce a salirvi ed è forse la ragione per cui su questa spiaggia, nonostante fosse ridotta, si sono costruite navi, in quanto si riteneva che il cantiere fosse al sicuro dai marosi.
Nel XVI secolo vi era una cappella3dedicata a san Pietro, protettore dei pescatori, e come le altre costruzioni era edificata praticamente sulla spiaggia che era un po’ sopraelevata rispetto al bagnasciuga a causa dello scalino naturale che compare nelle spiagge sassose, dovuto all’azione delle onde del mare in burrasca che accumulano le pietre. Questo scalino è raramente superato dal mare, solo con l’azione del vento l’acqua riesce a salirvi ed è forse la ragione per cui su questa spiaggia, nonostante fosse ridotta, si sono costruite navi, in quanto si riteneva che il cantiere fosse al sicuro dai marosi.
Nel 1604 la Diocesi di Genova acconsentì ai
pescatori della Foce di vendere4a G. M. Massucci fu Bartolomeo per 560 lire la chiesetta
di san Pietro ormai vecchia, indecente e pericolante con il terreno pertinente,
perché potessero completare la costruzione di una nuova chiesa, sempre sulla
spiaggia. Evidentemente la “vecchia chiesetta” esisteva già al tempo del
Giustiniani anche se non è presa in “seria considerazione” perché troppo
piccola e considerata una cappella.
La nuova chiesa di
san Pietro era ubicata in quella costruzione che nelle vecchie mappe catastali chiude la piazza della Foce
con il numero catastale 30915. Nella mappa catastale del 1808, in piena epoca
napoleonica, sopra il mappale è scritto esplicitamente Eglise de Saint Pierre. Questo fatto è importante perché secondo
taluni, la piccola chiesa fu “distrutta” da una mareggiata nel 1821 (tra il 25 e il 27 dicembre),
mentre l’edificio (successivamente trasformato in abitazioni e a cui nel 18926furono aggiunti due
piani), in questione fu demolito circa cento anni dopo. Vi sono varie conferme
relative a questo edificio: esaminando la fotografia della facciata dei primi
del Novecento, si vede come la distanza verticale tra le finestre non
corrisponde tra il piano terra ed il primo; inoltre, da fonte orale, si sa che
all’interno vi era un salone, forse una “palestra”.